n.p.a. Nota post-avvenimenti
Ciò che sto per raccontare cominciò qualche tempo dopo il roof-top party.
Mi sono svegliato in questo luogo 26 giorni fa, non so che mese o anno sia, i miei ricordi sono frammentati, confusi, sovrapposti.
Vi chiederete come è possibile tenere traccia del tempo e non sapere che mese sia, appeso a mezz’aria c’è un bellissimo orologio del cazzo su cui qualcuno, magari il mio subconscio, si diverte a scrivere:
giorno: n
ore: not relevant
how are u today?
Ovviamente n oggi è 26. Le ore mi è dato saperle e una stupidissima domanda mi chiede come sto, oggi.
Ho passato del tempo a insultare l’orologio. Ogni volta che lo guardavo: Fanculo!
O robe simili, ho sviluppato un approfondito vocabolario di frasi poco gentili, però dai, sono divertenti. Soprattutto se rivolte a un orologio.
Tenterò di non sfogarmi anche qui, in realtà non sono verbalmente sporco come all’inizio, ora io e la Clock (lo so che è un nome banale, non lo ripetere ti prego) parliamo dei vecchi tempi: ehi Clock! fanculo come sto oggi, piuttosto come stai tu? Ti ricordi quando ti sparavo insulti a raffica? Bei tempi dai, almeno mi hai tenuto compagnia
Si, ho stretto amicizia con un orologio del cazzo.
Beh, ho parlato solo del mio orologio, del nostro rapporto e via dicendo.
Ora arrivo al punto.
.
(quello sopra è punto)
(lo so è un bell’esempio di punto, e di come io sia ridotto)
Chi mi dice che l’orologio non stia mentendo e che io sia qui da un secolo?
Non importa davvero, perché ora devo raccontarvi tante cose.
Avrei dovuto dirlo prima.
Obiettivo di questo flusso di pensieri: mettere ordine fra i ricordi
Ho notato che se iniziavo a pensare attentamente mi ricordavo meglio: immaginate la memoria come un film o un video: partendo da un frammento (un frame o una scena) mi è stato possibile ricostruire il successivo, e così via fino a formare la storia che vi ho già descritto.
Non è stato facile, molte volte ho dovuto ricreare la scena su carta o immaginare di vederla nell’aria davanti a me, oppure i dialoghi e gli oggetti, se ne mancava qualcuno cominciavo a dire nomi o parole a caso finché qualcosa non stuzzicava un altro qualcosa dentro di me e, come una chiave, apriva la porta verso la scena seguente del film.
Ho passato dei giorni a scrivere. Mi sono divertito e stupito allo stesso tempo, davvero alcuni fatti non li ricordavo proprio finché non mi mettevo a fare il regista sceneggiatore e tutto il resto della troupe.
L’unico intoppo, anzi, un mistero, è che il giorno dopo i miei appunti spariscono.
Saluto la Clock, mi sdraio sul letto, poi mi addormento. Mi sveglio a un certo punto, noto che n si è incrementato di uno, guardo sul tavolo: pulito come il culo di un bambino.
(dopo averlo lavato, nel caso)
Fu così che iniziai a investigare.
Tutto, nella stanza, era plausibile, ossia sarebbe potuto esistere davvero. Oggetti e mobili distribuiti in modo da formare un rettangolo preciso, che mi presi cura di rendere meno preciso.
A un estremo vi era, e vi è, il letto: vecchio stile, non levitante, dimensioni adatte per me e la mia ipotetica ragazza, due cuscini morbidi.
Dormo in diagonale.
Guardando verso la parete opposta puoi deliziare i tuoi sensi con la Clock, il tavolo e un pianoforte sulla sinistra, un divano e la cucina sulla destra. Il bagno era in fondo, a destra.
Ho mentito sulla parete.
Muri, pavimento e soffitto erano composti di blocchi bianchi con il bordo nero, dal quale scaturiva luce. I mobili formavano la stanza, e le pareti si perdevano all’orizzonte.
Certo che ho tentato di scappare. Ho camminato e corso ma non mi sono mai allontanato più di un mio braccio dal confine degli oggetti. Nemmeno spostandoli e muovendomi con loro, cominciavano a strisciare e rimanevano sul posto.
Per cui ci sono già due elementi per dire che questa non è la base-reality.
La mia penna si è fermata, il giorno numero 23. Non riuscivo ad andare oltre e sapevo che non c’era altro, o detto meglio: razionalmente, deve esserci dell’altro ma non è presente nella mia memoria.
Non posso essere semplicemente arrivato alla festa dal nulla, così come si suppone io abbia avuto una vita precedente a quell’evento. Avevo degli amici, due di sicuro, in più c’è qualche frammento di quella che sono convinto sia stata casa mia. Stracci di ricordi. Mi manca il fil rouge della mia esistenza.
Qualche essere, o madre natura, si è divertito a fare a pezzi una parte di me.
Mi manca Lucy. Non so cosa stia succedendo. Rivoglio i miei ricordi.
Per questo ora non mi arrendo.
Ieri ho avuto una crisi, mi sono reso conto che mi hanno rubato una parte di me, non sono più io, i dubbi mi hanno assalito. Credo di essere andato nel panico, ammetterlo qui significa che sono resiliente, credo.
Ci deve essere di più, molto di più. Ne sono convinto.
È tipo il mio credo adesso, che importa se mi mancano i ricordi? Ne farò di nuovi, o magari li recupererò. Ma in questo momento, io devo uscire da questo posto.
A ogni costo.
Ora che ci siamo sfogati, ho delle ipotesi.
Numero uno: sto sognando perché sono in coma. Uscendo dal tunnel è successo qualcosa e adesso mi ritrovo semi-morto, il mio cervello si ribella creando una realtà alternativa a quella fisica.
Tuttavia, l’ho confutata: se stessi sognando consapevolmente dovrei poter gestire questa realtà. Cosa che non sta affatto funzionando. Mi sono lanciato dal divano concentrandomi fortemente sul volo. Dolore. *colpo di tosse soffocato*
Okay allora forse far comparire oggetti, far muovere la polvere, spostare una goccia d’acqua. Nah..
Magari potrei suggestionarmi con qualcosa di cui ho paura, come negli incubi di un bambino. Nemmeno un’emozione ancestrale come la paura ha sortito effetti. Converrete con me che era un’idea piuttosto originale.
Se non è un sogno da coma…
Numero due: non sono vivo
puah!
Numero tre: è un sogno indotto, una realtà virtuale. Un’organizzazione di gente poco idiota mi ha rapito e vuole estrapolarmi delle informazioni (con una tecnica interessante).
Per cui sono vivo, ma in coma, sveglio, ma solo all’interno della mia mente.
Sono nel subconscio di qualcun altro che ha costruito questa stanza paradossale, e che mi sta osservando…Dannazione! Ecco chi fa sparire i miei fogli!
Sebbene sia improbabile, l’ipotesi numero tre è l’unica che mi rimane, poiché non accetto di essere defunto.
A pensarci bene, mi ha quasi convinto.
Allora cerchiamo di verificarla, o magari confutare anche lei.
…
anzitutto: scrivere e parlare non sono più un opzione, potrebbero capire e prendere contromisure
test #1
l’architetto del sogno potrebbe aver imposto dei limiti alle mie azioni, per esempio sull’allontanarsi dalla “stanza”, ma anche sul volare e altre cose che renderebbero più fragile e meno stabile questa realtà. infatti, se io capissi di star dormendo potrei concentrarmi su quello e non sullo scrivere…che è l’unica cosa che mi è venuta spontanea fare (chissà perché) e che a quanto pare gli è molto utile.
…ci serve un elemento destabilizzante. qualcosa che lui non abbia pensato.
può aver pensato che io capissi il trucco? forse si, anche perché non mi pare stia cambiando qualcosa.
forse dovrei capire cosa si nasconde oltre me e la stanza, cioè in qualche modo dovrà pur entrare per sottrarre gli appunti, e molto probabilmente mi sta osservando.
fingerò di suonare il pianoforte, o di addormentarmi! certo, che idea…
…se io fossi lui…
…le pareti si prolungano all’orizzonte, come il mare, come il doppio riflesso che si crea con due specchi…, e io non posso vederlo, ma vede me…un vetro che riflette la luce da una parte e la lascia passare dalla sua…
*crick*
mi devo sbrigare, ho sentito un rumore, forse sta funzionando, ma non posso farmi beccare…
..è in una stanza anche lui…vede cosa faccio…quando dormo entra, ma come…come fa…
… …
…magari non deve entrare… deve solamente immaginare di farlo, come uno spirito che fluttui…così legge ciò che ho scritto e poi lo fa scomparire…
… però non mi convince, perché complicarsi così la vita? gli basta aprire le pareti-paradosso, con una porta-paradosso ovviamente…
*tonf*
cristo!
la Clock è caduta/caduto. (scusa bro)..qualcosa non va… … la stanza si inclina su un lato…l’aria sembra diventare solida e molliccia, e poi, come il caramello ghiacciato, esplode…okay questo mi sembra molto instabile…aaa!
*cade su un fianco*
argh!
*si rialza, le schegge puntano a lui, le schiva, scivola e cade di faccia*
..ma che cos..
*strano ma vero, il pavimento ha la stessa consistenza di un marshmellow, stessa appiccicosaggine*
… ho della roba in faccia..porca troia.. cioè…
… oh wow.. si sta sfracellando tutto… che..
*la finzione collassa in una spirale*
…dio…
..forse ora sono morto..
..davvero.. aa..a..male..alla testa..
non..riesco..a..pen..s.a..re..
*ansima*
..ehi wait a sec..
..sento le cose.. ho fame… mal di testa.. sento il respiro affannoso e i polmoni bruciare, il petto che si alza…
koff, koff
<< Si…si, sono sveglio, ora so che era un sogno, e tossisco che è una meraviglia! >>
*altri colpi di tosse*
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