Gli uomini e le donne che erano seduti dietro al tavolo della Commissione rimasero fermi e impassibili, mentre il Consigliere Maigret esaminava con calma dei documenti e li sistemava dinanzi a sé. «La Commissione prolunga il congedo del Signor Woffman fino al giorno sette del prossimo mese, in modo da concedergli una buona ripresa» continuò.
Egle quasi sobbalzò sulla sedia per la sorpresa. Con tutta la tensione che gli avevano fatto accumulare, non si era aspettato un simile atto. Sapere che avessero concesso a Raphael il tempo necessario a riabituarsi alla condizione umana lo riempì talmente tanto di gioia, che soffocò a fatica l'impulso di alzarsi in piedi e ringraziare tutti i consiglieri, uno ad uno.
«Per quanto riguarda lei, invece» riprese Maigret, «è stato convocato in quanto ritenuto idoneo alla partecipazione ad una missione di livello dieci. Questa Commissione è riunita per illustrarle i dettagli. È mio dovere informarla che, qualora decidesse di rifiutare, sarà tenuto a mantenere l'obbligo di segretezza e che il suo congedo parentale sarà prolungato negli stessi limiti del Signor Woffman».
Mentre ascoltava quelle parole, Egle percepì una sorta di allarme che risuonava nella sua testa, surclassando ogni pensiero e ogni altra preoccupazione avuta fino a quel momento. Una missione di livello dieci rappresentava un'azione ad alto rischio, una cosa che solo in pochi avrebbero potuto affrontare con esito positivo e per la quale in pochi erano ritenuti idonei. Come gli era saltato in mente di chiamare lui? Non prestava servizio da quasi un anno, non sarebbe stato pronto neppure a riprendere le missioni quotidiane senza un giusto periodo di allenamento. Sapeva bene che quella classe di impiego non includeva alcun tipo di training.
«Come già avrà notato, negli ultimi tempi si stanno svolgendo diverse piccole azioni criminali e il Ministro nutriva forti sospetti al riguardo. I due soggetti che ha contribuito ad arrestare hanno confermato di far parte di un gruppo criminale che fa riferimento a Oblivioned».
Ebbe l'impressione che il cuore gli si fosse fermato nel petto e si sentì sbiancare. Anche Abro dovette accorgersi del suo stato d'animo, perché, per la prima volta, ebbe un comportamento quasi umano, zittendosi. Egle conosceva bene quel criminale; James, il figlio più giovane di Betsy, era morto per mano sua. All'epoca ci fu una grande eco mediatica, una cosa che lui giudicò di pessimo gusto e che aveva quasi distrutto l'animo già ampiamente provato di quella povera donna. E poi c'era la questione di Fiore. Lui era stato a stretto contatto con quel criminale, prima che Betsy lo trovasse e lo salvasse da un destino a dir poco indegno.
«Posso continuare?» chiese il Consigliere.
L'uomo annuì, nonostante non volesse ascoltare davvero ciò che aveva da dirgli. Solo a sapere che gli stesse proponendo una cosa simile, avrebbe voluto prenderlo a pugni in faccia.
«La missione che le proponiamo implica la partecipazione sotto copertura alla realtà criminale appena citata. Se accetta, entrerà a stretto contatto con i membri dell'organizzazione, con l'obbligo di trasmettere informazioni alla presente Commissione e, di conseguenza, al Ministro. Lo scopo è quello di prevenire azioni illegali. Le verrà fornito un mezzo di comunicazione non tracciabile, progettato nei nostri uffici di manutenzione, avrà libertà di movimento e di azione all'interno dell'organizzazione e le verrà assegnato un aumento di stipendio pari al 70% della somma che attualmente percepisce con il suo accordo part-time. Inoltre, il signor Woffman verrà affiancato da un numero variabile da uno e tre addetti alla sicurezza per salvaguardarne l'incolumità. Ha tempo fino a trentasei ore per dare conferma della presa in carico della missione, dopodiché otterrà immediatamente le informazioni per entrare in contatto con alcuni membri dell'organizzazione che abbiamo sorvegliato nelle ultime settimane. Verrà messo al corrente delle loro abitudini e dei loro profili caratteriali, in modo da riuscire facilmente a trovarli e ad ottenere una confidenza sufficiente a farsi condurre da Oblivioned. Se ha dubbi su uno qualsiasi dei punti elencati, può decidere di chiedere delucidazioni adesso oppure potrà rivolgersi alla segreteria nel lasso di tempo già specificato».
«Un dubbio ce l'ho».
Il Consigliere sollevò lo sguardo dai fogli che aveva di fronte, posandolo per la prima volta su di lui. Era come se avesse un panno opaco davanti agli occhi, qualcosa che gli impedisse di avere un vero e proprio contatto con la persona con la quale stava parlando e alla quale aveva appena proposto di lanciarsi nel vuoto. «Dica pure».
Egle strinse i pugni, per evitare di ferirsi le dita che aveva continuato a torturarsi e provocare dei danni con il suo sangue. «Nel caso in cui perdessi la vita, cosa accadrebbe?»
I membri della commissione si lanciarono degli sguardi che lasciavano intendere che non si erano aspettati una domanda simile. Abro Maigret, invece, non si scompose. «In caso di decesso, il Ministro e la Commissione qui presente, si asterranno dal dare comunicazioni a terze parti e ci impegneremo a limitare la diffusione mediatica delle informazioni. Il signor Woffman verrà trasferito e assegnato a un altro dipartimento, ottenendo nuove credenziali. Qualora fosse ritenuto necessario, verrà congedato e otterrà un indennizzo che verrà pattuito da lei nel momento in cui accetterà l'incarico».
Egle dovette portarsi una mano sulle labbra per non ridergli in faccia. In poche parole, volevano che lui entrasse in un'organizzazione criminale senza una preparazione idonea e dopo un lungo periodo di fermo e, se fosse morto, si sarebbero lavati le mani dalla faccenda, senza lasciare dichiarazioni in merito e tentare di riscattare la sua reputazione. Su questo, avrebbe potuto anche passarci su. In fondo, era una decisione che avrebbe dovuto prendere autonomamente e che riguardava solo lui. Ma anche Raphael avrebbe dovuto credere che fosse diventato un criminale, avendo l'obbligo di segretezza. E, se fosse morto davvero, cosa che riteneva assai probabile, lo avrebbero trasferito e privato della propria identità, congedandolo qualora avesse dato problemi. Questo non avrebbe potuto accettarlo, non poteva decidere anche per lui. Si alzò in piedi e passò lo sguardo sui vari membri della commissione, poi tornò a guardare Maigret. «Ringrazio i gentili Signori per avermi convocato. Sono estremamente lusingato dal fatto che abbiate pensato a me, ma la risposta è no».
Appena concluse la frase, Abro sollevò di nuovo lo sguardo su di lui, mostrandosi sorpreso. «Si rende conto di stare rifiutando una missione per la quale in pochi vengono ritenuti idonei? Lei è stato scelto per le sue capacità comunicative e organizzative, prendere parte a questa azione significa essere riconosciuti come degni di un grande onore».
Stanco di sentire quelle parole uscire dalla bocca del suo vecchio amico, Egle si avvicinò al tavolo con passo fermo, facendo sollevare un brusio tra i membri della commissione. Arrivato davanti al suo interlocutore, si sporse qual tanto che bastava per costringerlo a tenere lo sguardo ben puntato nel suo. «L'onore di una persona si riconoscere dalla sua capacità di distinguere ciò è giusto da ciò non lo è. E ritengo sia una cosa molto ingiusta indurmi a prendere decisioni sulle vite altrui. La mia risposta rimane immutata: non accetto».
Abro divenne rosso in viso e, se solo fossero stati da soli, come minimo lo avrebbe colpito per l'insolenza dimostrata e per aver alluso alla scarsità dell'onore del quale tanto si vantava. Strinse i denti e lasciò andare i fogli sul tavolo, nascondendo le mani strette nei pugni, per non mostrare oltre la sua ira. «Se questa è la sua scelta definitiva, può tornare a godersi il suo congedo. Le ricordo che il suo rientro e quello di Woffman è programmato per il giorno sette del prossimo mese. La Commissione considera la sua convocazione terminata e le ricorda l'obbligo alla segretezza».
Rimasero a scambiarsi quello sguardo ancora per qualche istante che parve interminabile, poi Egle gli diede le spalle e si diresse verso la porta. La signora che lo aveva accolto si fece da parte per farlo passare, senza dirgli una sola parola. Una volta fuori, sentì il bisogno di colpire qualcosa, possibilmente con la faccia di Abro stampata sopra.
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