Nel principio era il vuoto. Un vortice, una massa informe, antica quanto il tempo stesso. Caos senza coscienza.
Ed esso era eterno, infinito.
Poi un sussulto…
Dalla massa informe alcune figure si sollevarono come flebili luci, piccoli scorci luminosi che brillando bucarono il tessuto del tempo.
Essi erano gli Dei. Infiniti ed immortali.
Ma non vi era sotto o sopra a quel tempo, ne luce o oscurità.
Ed essi erano soli e separati.
Le divinità schiacciate da quel subbuglio decisero di stabilire un ordine.
Sentendo il bisogno di dare un senso alla propria esistenza, essi scossero la materia cominciando a dividerla e trasformarla.
Essi crearono cosi gli elementi, separarono lo spazio dal tempo, meditando ogni cosa e il suo opposto.
Diventati più luminosi e potenti gli dei sì espansero: creando, dividendo e trasformando, aumentando la loro percezione.
Ma anche il vuoto infinito si era risvegliato.
Avvertendo la divisione in atto, attaccò ciò che era stato creato senza il suo consenso, per riassorbire la separazione.
Gli dei opposero resistenza.
Affrontarono il vuoto in una grande battaglia, scatenando gli elementi che essi stessi avevano creato: Fuoco, acqua, vento, terra. Ed essi si mischiarono, solidificando.
Per eoni le forze opposte si affrontarono in una battaglia per la propria stessa sopravvivenza. Ma il vuoto era troppo vasto per essere sconfitto.
Ad un passo dalla distruzione, in un ultimo disperato tentativo, gli dei crearono un sigillo: un contenitore che potesse arginare il vuoto ed esiliarlo per sempre.
Giunti allo scontro finale gli dei riuscirono a racchiudere il vuoto nel contenitore, ponendo fine alla guerra e al caos che imperversava.
La battaglia era vinta, il caos sconfitto, sigillato nel sacro contenitore.
Gli dei avevano prevalso ma ciò che era stato creato era qualcosa di nuovo, di concreto. Esso aveva un sopra ed un sotto, un prima ed un dopo, una luce ed un’oscurità.
Incerti decisero di dividere tra loro gli elementi, lo spazio ed il tempo per vegliare su di essi.
Ma serviva un custode. Qualcuno che vigilasse sul vuoto per evitare che questo potesse liberarsi dal suo confinamento.
Fu scelta lei, Sigillaria. E ad essa venne affidato il compito di soprassedere ai sigilli universali.
Venne cosi creata la sala dei sigilli, ed in essa le maestose teche destinate ad ospitarli.
Poi il silenzio.
E fu cosi, che alla fine di quello sconvolgimento gli dei si accorsero che dal caos degli elementi una nuova realtà era stata creata.
Ed essi lo chiamarono Mondo.
E su di esso la vita si sviluppò, crescendo e moltiplicandosi.
Ma il vuoto, indistruttibile ed eterno rimane vigile, attento.
In attesa dell’occasione giusta per reclamare ciò che di diritto gli appartiene. Questo recita la profezia del vuoto.

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