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Void/Echo

Giltwon-1

Giltwon-1

Oct 24, 2025

Eppure ero sicura che fosse da questa parte…

Violet, uscita presto, si era incamminata decisa verso il centro della città.

Lasciata la zona dei bassi fondi aveva attraversato il ponte che introduceva ai quartieri più centrali del borgo, per dirigersi alla sede della gilda.

Aveva camminato parecchio percorrendo avanti ed indietro le strade del centro con una certa agitazione.

Il suo scopo era chiaro, oggi si sarebbe finalmente iscritta alla gilda!

Diciassette anni, alta poco meno di un metro e sessanta, capelli e occhi di un viola intenso indossava una veste semplice, di colore nero e stretta nella mano destra impugnava una vecchia staffa, comprata in uno dei negozi di articoli usati della città.

Violet non aveva una famiglia ed era cresciuta nell’orfanotrofio dei bassi fondi assieme a molti altri bambini, ma ormai di ragazzi della sua età non ne era rimasto più nessuno, a parte lei.

Molti erano stati adottati, altri invece una volta raggiunta la maggiore età se ne erano semplicemente andati, lasciandosi alle spalle quella vita senza fare più ritorno.

L’orfanotrofio nel tempo si era nuovamente riempito di nuovi orfani e Violet che ancora non aveva l’età per andarsene si era ritrovata tra le altre cose a dover aiutare mamma Célene a prendersi cura di loro.

Maledizione! Eppure era da questa parte!

Violet si fermò per osservarsi attorno.

Aveva attraversato il distretto del tempio, per poi dirigersi a destra verso la sede della gilda poco distante, ma aveva finito per ritrovarsi dal lato opposto della città, nel distretto del mercato.

Attorno a lei i banchetti con le merci bella vista e i clienti che li affollavano per contrattare sui prezzi.

Non è possibile…Come ho fatto a finire qui???

Sovrastata dal rumore della folla si prese qualche istante per ragionare.

Aveva già oltrepassato la sua destinazione da un pezzo. Probabilmente assorta come era dai propri pensieri si era distratta, finendo nel luogo sbagliato.

Beh, non c’è altro da fare…

Violet si voltò per tornare sui propri passi.

Riattraversata la piazza e districandosi tra la folla si ritrovò al limitare di essa, prendendo una delle strade laterali e continuando dritta.

Vi erano molte botteghe ai lati della strada: Gioiellieri, venditori di abiti e tessuti, e altri piccoli negozi da cui giungevano profumi intensi e fragranti di dolci appena sfornati.

Le persone attorno a lei erano quasi tutte ben vestite, e molte di loro vedendola arrivare la squadravano con sguardi torvi e pieni di disapprovazione.

Violet era abituata a quegli sguardi e si limitò a camminare senza dargli peso.

Poco più avanti alcuni bambini teriantropi stavano scaricando a fatica alcuni sacchi da un carretto fermo al lato della strada.

Giltown era una cittadina ricca e a prevalenza umana, situata nella parte centrale del continente. Un luogo di fiorenti commerci e costellata di palazzi antichi e molto curati, circondata da alte mura.

A Giltown erano gli umani a ricoprire tutte le cariche più importanti della città, lasciando invece le altre razze ai margini. Elfi, nani e teriantropi non erano visti di buon occhio finendo denigrati e relegati alle zone più periferiche della città.

Violet era umana, ma proveniva dalla parte sbagliata della città, quella più povera e modesta situata oltre il fiume che tagliava in due il borgo. Agli occhi di quelle persone non vi era differenza tra lei o un semiumano.

Non che la cosa le importasse infondo, Violet era cresciuta tra bambini di ogni genere e razza, e non aveva si era mai soffermata sulle differenze tra umani e non umani.

Più avanti altre persone che la accoglievano con il solito sguardo di disapprovazione.

Per gli abitanti delle zone più ricche la sola vista di qualcuno differente da loro era causa di disgusto e non si facevano scrupolo a far notare il disagio che li coglieva alla vista di qualcuno che non fosse come loro.

Idioti…

Scrollandosi di dosso quelle occhiatacce si fece strada fino a raggiungere un largo spiazzo.

Era il distretto del tempio.

Sono di nuovo qui? Ma come ho fatto?

La piazza era ampia e circondata da edifici alti in pietra.

Sullo sfondo di essa si trovava il grande tempio dedicato agli dei. Un edificio a guglie ripide ed affilate, costellato di statue raffiguranti divinità ed esseri antropomorfi, dagli sguardi minacciosi.

Violet si fermò osservandosi attorno sorpresa. Aveva sbagliato strada…di nuovo.

Sgrunt!

Riprese a camminare verso il lato opposto della piazza con il passo più pesante.

Fin da bambina aveva sempre avuto qualche problema con strade e direzioni, o almeno così le dicevano gli altri.

Si perdeva spesso e compiere brevi tratti poteva diventare per lei una vera sfida in certi casi.

Tutti le dicevano sempre che le mancava il senso dell’orientamento.

«Io non ho nessun problema di orientamento!»

Violet rispondeva sempre così a chi le faceva notare le sue difficoltà con strade e mappe. Secondo lei era tutto molto più semplice: ogni tanto si distraeva immergendosi nei propri pensieri, finendo così per ritrovarsi in luoghi diversi da quelli che voleva raggiungere. Tutto qui.

Presa una nuova traversa vi si gettò di slancio, attraversandola senza prestare troppa attenzione alla propria direzione.

La via era vuota e tranquilla.

Attorno a lei le porte chiuse delle abitazioni e il suono dei propri passi che si amplificavano rimbalzando contro le pareti.

Dalla sua tasca proveniva un altro rumore, quello di monete che tintinnavano sfregando una sull’altra.

Le aveva guadagnate facendo svariati lavoretti in giro per la città e risparmiando con attenzione. Un'impresa ardua. Era stato necessario molto tempo per riuscire a racimolarle tutte, lavorando in botteghe e magazzini.

Si era adeguata a pulire i pavimenti, scaricare i carretti che rifornivano le botteghe, strigliare e ripulire le stalle dei nobili. Ma per quanto quelle fatiche l'avessero messa alla prova non si era mai persa d'animo e aveva risparmiato ogni moneta pazientemente, in attesa di quel giorno.

Anche la veste che indossava e la staffa che stringeva tra le mani se le era comprate di tasca sua. La veste nera l’aveva acquistata in una piccola bottega del suo quartiere, la staffa invece l’aveva recuperata in un negozio di articoli magici dai prezzi molto convenienti.

Erano entrambe semplici, ma funzionali.

Inoltre si era anche concessa un piccolo dono. Sul suo capo si trovava infatti una piccola corona di foglie d’alloro dai riflessi dorati.

L’aveva vista tempo prima esposta su una bancarella del mercato e se ne era innamorata immediatamente.

La donna che gliel’aveva venduta le aveva raccontato che nei tempi antichi quelle corone venivano utilizzate dalle grandi regine e dai personaggi più importanti della società e tanto era bastato a Violet per convincersi ad acquistarla senza badare al prezzo.

Una moneta d'argento tutta intera, accidenti…

«Ti fa sembrare una vera eroina!»

 Cosi le aveva detto la donna che dopo essersi intascata le monete aveva sistemato la coroncina sulla testa di quella ragazzina imbarazzata.

Per Violet era stato sufficiente.

Dopo averla comprata l’aveva lucidata e ripulita a fondo. Aveva anche dovuto limare alcune foglie affilate per evitare che le pungessero il capo provocandole qualche taglio.

 

Hey aspetta!

Bloccatasi di colpo si rese conto che alla sua destra, dall’altro lato della strada si trovava un edificio a lei famigliare.

…La gilda!

L’edificio era alto e dall’aspetto solenne ed imperioso.

Come tutte le altre strutture di quel quartiere era in pietra levigata e legno, costellato da grandi vetrate.

Fuori da essa dei grossi drappi scendevano dalle pareti.

Su di essi vi erano raffigurati una spada ed una staffa incociate su uno sfondo rosso intenso.

L’insegna della gilda di Giltown.

«Finalmente…»

Violet mosse un passo verso l’altro lato della strada avvertendo un improvviso nodo attanagliarle il fondo dello stomaco.

No! Non posso certo tirarmi indietro ora…

Preso un profondo respiro e sistematesi le vesti Violet facendo appello al proprio coraggio Violet attraversò la strada dirigendosi verso la porta in legno pesante aprendola ed entrando.

All’interno Violet si ritrovò sommersa in un baccano confuso.

La sala era molto ariosa e costellata di tavolate, bacheche e un gran numero di persone che vociando si muovevano all'interno della gilda.

Violet spiazzata si fermò ad osservarli.

Alle tavole poteva vedere gruppi di persone più o meno grandi, sicuramente gruppi di avventurieri. Molti di essi oltre alle proprie vesti ed armature indossavano simboli e colori che li distinguevano dagli altri gruppi. Osservandoli si rese conto che doveva trattarsi delle cosiddette compagnie di avventurieri.

Da quello che sapeva molte di queste compagnie avevano un nome che li contraddistingueva e poteva contare molti individui al proprio interno.

Sembravano tutti molto preparati e seri. Le armature che Violet poteva vedere erano tutte di buona fattura, e anche le armi sembravano pregiate.

Spade, archi, martelli da guerra. Anche le aste di molti di quei maghi avevano un aspetto intimidatorio. Inoltre in quella sala a parte qualche rara eccezione erano praticamente tutti umani.

Violet che si era distratta ad osservare gli avventurieri si diede uno scossone osservandosi attorno, alla ricerca del bancone per le registrazioni.

Una volta individuato notò una ragazza giovane e di bell’aspetto intenta a leggere dei documenti appoggiati sul banco di fronte a lei.

Una volta raggiunta l'impiegata Violet si inchinò in segno di saluto.

«Buongiorno…»

La ragazza oltre il bancone sentendo le parole di Violet sollevo lo sguardo dalle carte per guardarla.

«Oh benvenuta. Io Sono Camelia come posso… aiutarti…?»

La ragazza che si rivolgeva a Violet era una giovane donna, bellissima, dai fluenti capelli color rame e intensi occhi verdi.

Il sorriso spontaneo con cui Camelia si era rivolta a lei si era improvvisamente spento lasciando spazio ad uno sguardo perplesso.

Camelia la fissò in volto qualche istante, per poi squadrarla stranita.

«Si ecco, io…Sono venuta per l’iscrizione»

La ragazza la osservò attentamente squadrandola dalla testa ai piedi, osservando la veste l’asta nelle mani di Violet. L’espressione di sufficienza.

«Hai… I soldi per la tassa d’iscrizione?»

La ragazza della gilda guardo Violet abbozzando un sorriso falso e visibilmente forzato.

Violet notandone l’espressione e sospirando infilò la mano nella veste, estraendo le monete e sbattendole sul bancone.

L’atteggiamento della ragazza non era una cosa nuova per Violet, ma le diede comunque molto fastidio.

«Dovrebbero bastare!»

Camelia sobbalzò reagendo al rumore, osservando le monete opache di fronte a lei.

Allungata la mano Camelia le prese soppesandole, come se si aspettasse che potesse trattarsi di un falso.

«Due monete d’argento…Bene…» Camelia contrariata si limitò a far sparire le monete sotto al banco continuando a parlare.

«Allora prepariamo subito i moduli d’iscrizione…»

L’impiegata della gilda aperti alcuni cassetti al di sotto del bancone ne estrasse alcuni fogli di pergamena sistemandoli sul banco. I suoi movimenti erano lenti e macchinosi.

Violet spazientita sollevò un sopracciglio imbronciata, sforzandosi di trattenersi.

Conosceva bene Giltown e le persone che la abitavano ed il modo di fare di Camelia era quello tipico di chi non potendoti contestare apertamente approfittava della propria posizione per rallentarti e metterti i bastoni tra le ruote.

Non c’era nulla di nuovo.

Violet che era cresciuta senza genitori e senza soldi si era resa conto crescendo che il modo migliore per sottrarsi a quella situazione sarebbe stato quello di andarsene da Giltown, o almeno cosi sperava. L’idea di diventare un’avventuriera le era venuta con il tempo, quasi come una conseguenza naturale. Avrebbe potuto fare come altri ragazzi dell’orfanotrofio e diventare un garzone in qualche bottega. Ma la verità è che senza contatti o amicizie la sua prospettiva era quella di finire come tutte quelle persone che abitavano la periferia, relegati ai lavori peggiori, malpagati e spesso destinati a venire sfruttati senza pietà.

Violet si era ripromessa che non l'avrebbe mai permesso.

Camelia dopo aver sistemato i fogli le si rivolse, senza nemmeno guardarla.

«Nome?»

«Violet»

La ragazza segnò il nome sulla pergamena.

«…Cognome?»

Camelia rimase in attesa, aspettandosi forse che la ragazza non avesse una risposta a questa domanda.

«Vandellione! Violet Vandellione!» Il tono di Violet si era fatto più deciso.

La ragazza senza alzare lo sguardo dalla pergamena si limitò a scrivere.

«Specializzazione?»

«Magia»

La ragazza trascritti i dati sulla pergamena la risolve a Violet, porgendole la penna e per farla firmare.

«Bene Violet, da oggi sei un membro della gilda di Giltown. Congratulazioni»

parkeralexj75
BakaShun

Creator

#Fantasy #lightnovel #Sliceoflife #comedy #adventure #journey #italiano #femaleprotagonist

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