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Void/Echo

Ritorno a casa

Ritorno a casa

Oct 24, 2025

Il loro leader vedendo i suoi compagni venire inghiottiti si lanciò contro l’avversario strillando in preda alla furia

Violet osservò la scena del mostro che a sua volta veniva inghiottito dal corpo gelatinoso dello slime cominciando a contorcersi e dissolversi fino a scomparire.

Improvvisamente calò il silenzio.

Ghghghghghghg!

Violet tremava terrorizzata, stringendo la propria staffa con forza nel tentativo di crollare a terra.

Lo slime la fissò, gli occhi inespressivi e giganti.

Poi improvvisamente il mostro si fece avanti, lentamente.

Violet avrebbe voluto scappare, ma le sue gambe non accennavano a muoversi. Era in trappola

Lo slime trascinandosi arrivò a poca distanza da lei per poi arrestarsi continuando a fissarla.

«Ti prego...Non mangiarmi...»

Lo slime la fissò negli occhi intensamente.

Poi dal centro della massa gelatinosa delle bolle, che diventando sempre più grandi risalirono il corpo del mostro fino a raggiungerne la bocca.

Lo slime spalancò le fauci e Violet serrati gli occhi si preparò a quello che pensava sarebbe stato l’inevitabile: Venire divorata e poi assorbita, proprio come era successo ai piccoli mostri poco prima.

Violet che chiusi gli occhi aveva visto tutta la propria vita scorrerle davanti agli occhi rassegnata si sentì improvvisamente avvolgere da una gelatina calda, densa e maleodorante che la ricoprì completamente.

Sguashhhhh…

Un istante di silenzio, poi Violet riaprì gli occhi.

Sono…Ancora viva?

Violet osservò il suo corpo ricoperto di melma gelatinosa per poi sollevare lo sguardo.

Lo slime la stava fissando dall’alto, senza espressione.

Poi un suono.

«Buuuuuuuuuurp!»

Lo slime con un rumore di rigurgito spaventoso che riecheggiò nella sala, sputò qualcosa che si riversò sul terreno, proprio ai piedi di Violet.

Violet con gli occhi spalancati ed incredula fissò il mostro che senza fiatare si voltò lentamente, trascinandosi per tornare verso il canale ed immergendosi tra le sue acque, scomparendo.

Rimasta immobile senza sapere cosa dire o cosa fare, rivolse lo sguardo al terreno osservando ciò che il mostro le aveva depositato davanti agli occhi.

Davanti a lei si trovavano le ossa dei poveri ratti ingoiati dal mostro di gelatina, bianche e completamente scarnificate.

Che schifo…

Il pericolo cosi come era venuto era improvvisamente passato e Violet sentendosi improvvisamente mancare crollò sulle proprie ginocchia.

Rimase a lungo in quella posizione senza riuscire a togliersi dalla mente la scena spaventosa a cui aveva appena assistito.

Perché a me…Perché proprio a me…

Violet dopo molto tempo passato sul pavimento di quel luogo si costrinse a muoversi sentendo ancora le gambe incerte per lo spavento.

Costrettasi a rialzarsi e con lo sguardo perso nel vuoto osservò nuovamente il canale dove lo slime si era immerso scomparendo avvertendo un brivido improvviso che la costrinse a riprendersi.

Devo andarmene di qui subito, prima che quella cosa decida di ripensarci

Imboccata la galleria alle sue spalle Violet si costrinse a trascinare i piedi avanzando nuovamente tra i canali, trascinando la staffa a peso morto, facendola raschiare contro il pavimento della galleria.

Girò parecchio per i tunnel, senza incontrare altri mostri o creature fino a quando non notò una rientranza in cui si trovavano delle piccole scale risalivano verso l'alto.

Speriamo che sia l’uscita…

Risaliti gli scalini a fatica venne raggiunta da dell'aria più fresca notando più avanti una forte luce.

Violet vi si diresse allungando il passo ritrovandosi finalmente all’esterno e rimanendo quasi accecata dalla forte luce del sole di mezza mattina.

Si guardò attorno accorgendosi che quella alle sue spalle non era la stessa apertura da cui era entrata nelle fogne cittadine.

Si trovava nelle zone centrali del borgo.

E adesso dove sono?

Si limitò a risalire fino al livello della strada per ritrovarsi in una via deserta.

Poco più in là, incastonata nella parete di un alto muro, una fontana.

Violet ricoperta ancora di gelatina puzzolente vi si diresse raggiungendola per poi immergersi istintivamente con tutta la testa nello specchio d’acqua, scrollandosi i capelli con le mani, tentando di ripulirli.

Stupida, stupida Violet! Per poco non ci lasci le penne!

Una volta riemersa e assicuratasi che non vi fosse nessuno nei paraggi si tolse la vesta velocemente immergendola nell’acqua agitandola, cercando di ripulirla dalla gelatina che staccandosi dalla veste risali fino al pelo dell'acqua cominciando a galleggiare.

Che idea idiota Violet, la prossima volta tanto vale che ti getti tra un branco di lupi, almeno la fai finita più alla svelta…

Dopo aver risciacquato la veste un'ultima volta e averla strizzata con tutta la forza che aveva in copro la indossò ancora zuppa d'acqua.

Puzzava ancora, ma almeno il grosso della gelatina rigurgitata dallo slime se ne era andato.

Si sentiva distrutta, senza energie e delusa per come erano andate le cose.

Penso di dover ringraziare di essere ancora viva…

La gilda, i ratti, lo slime. Senza nemmeno rendersene conto si era lasciata trasportare dall'emozione gettandosi in quella missione completamente impreparata.

«La vita dell’avventuriero è davvero difficile…»

Quella frase pronunciata a mezza voce fu una presa di coscienza per Violet.

«…Sono stata una sciocca. La prossima volta mi preparerò a dovere prima di affrontare una nuova missione»

Si era andata male. Niente code, niente ricompensa, e in più aveva anche rischiato di lasciarci la pelle. Ma infondo questi erano i rischi del mestiere che si era scelta.

Il sole era ormai alto in cielo e segnalava ormai l’arrivo del primo pomeriggio.

Ci riproverò domani!

A quelle parole Violet si mise in cammino, con l’intenzione di raggiungere l’orfanotrofio per potersi finalmente riposare.

Lanciatasi nelle stradine si ritrovò infine nuovamente nella piazza del mercato, trovandosi costretta a tornare indietro nel tentativo di imboccare la strada giusta.

Camminò a lungo, assorta nei propri pensieri.

Stanca e avvertendo un po’ di dolore ai piedi Violet infine si fermò sedendosi su una piccola scalinata. Pochi gradini in pietra in una strada tranquilla e poco affollata.

In lontananza delle persone che camminavano tranquille. Due adulti, ben vestiti, che tenevano per mano un bambino.

Violet li osservò camminare per un po’. Sorridevano e sembravano felici. Si ritrovò ad immaginare come avrebbe potuto essere la sua vita se fosse rimasta con i suoi genitori.

Violet avvertì una sensazione di vuoto impadronirsi di lei.

Inutile pensarci troppo!

Violet si scrollò di dosso quei pensieri concentrandosi su consa avrebbe dovuto fare l’indomani: Ripresentarsi alla gilda e accettare un nuovo incarico, in modo da scrollarsi di dosso il fallimento di quella lunga giornata.

Poi una voce.

«Violet!»

Una figura si avvicinò a lei correndole incontro, sorridendole e salutandola con la mano per poi fermarsi di fronte a lei.

Violet osservò la giovane ragazza che la fissava con lo sguardo commosso.

«…Nilly!» Violet scattò in piedi.

«Violet da quanto tempo» Nilly le si lanciò addosso abbracciandola.

«Sono cosi contenta di vederti! Ma…Cosa ci fa qui? Lavori anche tu in qualche bottega? Non dirmi che ti sei persa di nuovo!»

Violet trasalì, realizzando di ritrovarsi nel distretto commerciale della città.

«Cosa? Persa?»

Violet guardò la ragazza negli occhi.

La ragazza aveva la sua stessa età. Poco più alta di lei e dal fisico slanciato. Occhi azzurri e capelli a caschetto di un biondo acceso.

«Ti trovo bene Nilly»

 Le due ragazze si osservarono a vicenda incuriosite.

«Grazie! Anche io ti trovo bene! Sembra passata una vita…Come stai?»

Violet e Nilly erano cresciute assieme come orfane nella struttura che le aveva ospitate fin da bambine, ed erano sempre state buone amiche. Poi un giorno delle persone si erano presentate alla porta dell’orfanotrofio. Un uomo e una donna che accolti ed invitati ad entrare da mamma Célene raccontarono di non essere mai riusciti ad avere figli, ma che sarebbero stati più che felici di adottarne uno tra quelli presenti all’orfanotrofio.

Scelsero lei, Nilly. Una bambina matura e sempre energica che li conquistò con i suoi grandi occhi chiari, portandosela via con loro.

Erano passati anni da allora.

«Io…sì. Per ora si. Vivo ancora all’orfanotrofio» Per Violet non fu facile ammetterlo.

«Ma sto per andarmene sai? Oggi mi sono iscritta alla gilda»

Nilly le diede un’occhiata più approfondita, notando la staffa e le vesti diverse dal solito.

«Davvero??? Wow! Ma è fantastico. Allora ce l’hai fatta sul serio!»

Nilly la abbracciò di nuovo.

Violet fantasticava fin da bambina di partire per vivere grandi avventure. Nilly invece aveva sempre sperato che un giorno qualcuno l’avrebbe portata via adottandola ed insegnandole magari un mestiere con cui avrebbe potuto guadagnarsi da vivere in tutta tranquillità. Le era andata bene.

«Si ecco. Sono ancora inesperta ma penso che con il tempo sai…Piuttosto, tu lavori ancora alla bottega?»

Violet parlava velocemente, cercando di distogliere l'attenzione da sé.

«Io? Oh beh sai non mi lamento. Lavoro alla panetteria di famiglia come sempre. Ah! Ho un fidanzato!» Nilly allungando la mano mostrò a Violet un anello d’argento con una piccola pietra lucente incastonata su di esso.

«Un fidanzato?» La curiosità di Violet si fece morbosa.

«Si! Lavora come apprendista presso uno degli orafi qui nel distretto commerciale. Beh in realtà è suo figlio. Mi ha chiesto di sposarlo…Ma ci credi?»

Violet pur essendo contenta per la sua amica osservò l’anello, sentendosi ribollire il sangue nelle vene per l’invidia.

«Ovviamente siamo ancora giovani. Dobbiamo aspettare di avere l’età giusta. Però è molto gentile e mi vuole davvero bene»

Violet vedendo lo sguardo illuminato della sua vecchia amica non poté fare altro che complimentarsi con lei.

«Sono contenta per te Nilly…Davvero!»

La ragazza avvicinatasi le cinse le mani sorridendole, l volto luminoso.

«Grazie Violet, lo apprezzo molto»

Poi una voce in lontananza attirò l'attenzione di Nilly. Era quella di un ragazzo alto, giovane e di bell’aspetto che agitando la mano la chiamava dal fondo della strada.

«Scusami Violet ora devo proprio scappare» Nilli la abbracciò nuovamente.

«Salutami mamma Célene. E ogni tanto passa a raccontarmi qualcuna delle tue avventure!  A presto».

Nilly se ne andò correndo verso il ragazzo che la attendeva.

Violet li osservò allontanarsi, mano nella mano fino a quando non furono fuori dalla portata del suo sguardo.

Che giornata infernale…

Il sole ormai stava calando, e le ombre delle abitazioni si espandevano sul terreno allungandosi e distorcendosi.

«Beh, sarà meglio rientrare…»

Violet ripreso il cammino attraversò la città persa nei suoi pensieri, raggiungendo infine il fiume. Si ritrovò a percorrere un largo ponte in pietra che sovrastava un corso d'acqua largo e placido, circondata da molte persone che entravano ed uscivano dai quartieri centrali del borgo.

Una volta sulla riva opposta lo scenario attorno a lei andò via via modificandosi.

Le case divennero più basse e semplici, e gli odori che provenivano da quel quartiere più intensi.

La strada sterrata proseguiva diritta e Violet la seguì fino a giungere ad un grosso edificio dall’aria fatiscente circondato da un basso muretto.

Lo percorse avvicinandosi a quella che era l’entrata principale dell’orfanotrofio, udendo delle voci di bambini in lontananza, allegre e chiassose.

Sono ancora tutti fuori?

Violet si avvicinò al piccolo cancello in legno che dava sul cortile dell’orfanotrofio oltrepassandolo, avvertendo la stanchezza accumulata in quella lunga giornata scaricarsi.

«Ora mi faccio un bel bagno e poi…»

Splash…

Non appena messo un piede all’interno del cortile Violet venne investita in pieno da una secchiata d’acqua.

Zuppa da testa a piedi sgranò gli occhi osservando i bambini che sorpresi quanto lei la osservavano terrorizzati.

Erano quattro. Due bambini umani, Gal e Piro, e un bambino teriantropo dall’aspetto felino, Negis. Vi era anche una bambina minuta, con delle piccole orecchie arrotondate e una coda voluminosa di colore rossiccio, Lili.

Violet ritrovatasi di nuovo zuppa da capo a piedi osservò le grosse gocce d’acqua che scendendole lungo il corpo si riversavano a terra creando una piccola pozza.

Le sopracciglia della ragazza si inarcarono cominciando a muoversi incontrollate. Sulla fronte una grossa vena pulsante.

«Chi…Chi è stato?»

I bambini immobili osservarono l’espressione del suo volto assumere le fattezze di una belva indemoniata pronta a sbranarli tutti.

«Sc…Scusa sorellona…»

Negis si era fatto avanti per scusarsi tenendo ancora il secchio vuoto tra le mani.

«Ecco noi stavamo solo giocando, e poi tu sei entrata…»

«Allora sei stato tu???» Il volto di Violet si era fatto paonazzo.

I bambini dopo un istante di incertezza si scambiarono delle occhiate, dandosi alla fuga.

«Scappate!».

Alle parole di Gal i bambini schizzarono via dividendosi e disperdendosi nel cortile.

«Se vi prendo questa volta ve la faccio pagare capito maledetti mocciosi?»

Violet tremava per la rabbia. I capelli zuppi e gocciolanti incollati alla fronte, le gocce grosse che le scendevano una dopo l’altra dalla punta del naso.

Si mosse in avanti determinata ad inseguire i bambini per il cortile, udendo una voce seria e matura che la fece bloccare di colpo.

«Violet!»

Si voltò verso l’entrata dell’edificio vedendo una donna che la osservava con lo sguardo severo.

«…Célene»

Célene era la madre. Era lei a mandare avanti l’orfanotrofio con le sue sole forze, prendendosi cura di tutti i bambini che si trovano a passare di li.

Célene sulla porta continuò a fissarla con aria di rimprovero.

«Te la stai di nuovo prendendo con i bambini?»

Violet improvvisamente si sentì sbollire.

«E va bene…Ma questa è l’ultima volta!»

Violet pronunciò quelle parole ad alta voce, per assicurarsi che i bambini che si erano ormai dileguati la sentissero.

Madre Célene osservò Violet profondamente, accorgendosi dell'espressione della ragazza.

«Su vieni dentro Violet. Ti aiuto ad asciugarti»

Violet lanciò un'ultima occhiata al cortile per poi muoversi verso la porta raggiungendo la madre e seguendola all'interno.

parkeralexj75
BakaShun

Creator

#Fantasy #lightnovel #Sliceoflife #comedy #adventure #journey #italiano #femaleprotagonist

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