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Void/Echo

Orfanotrofio

Orfanotrofio

Oct 26, 2025

«Ma…Mi senti? Riesci a capire quello che ti dico?»

Violet avvicinatasi a Nainai cercava di parlargli per capire se il nano fosse in grado comprendere le sue parole.

«Ma riesci almeno a dire il tuo nome? O una cosa qualsiasi?»

Lo sguardo del nano non era mutato. Sembrava tranquillo e non interessato alla vicenda che si era appena consumata.

«Ma non hai davvero nulla da dire? Su questa missione o su quelle due donne strane la dentro?»

Nessuna risposta.

«Aaaahhhh…ci rinuncio!» Violet in preda ad una crisi di nervi si accovacciò premendo la testa sulle ginocchia, per spremere le meningi.

È inutile rimanere qui, tanto vale tornare a casa. Forse Célene sarà in grado di capirci qualcosa.

Rialzatasi di scatto incontrò nuovamente lo sguardo del nano.

E lui? Non posso certo lasciarlo qui cosi...

«Hey tu seguimi, ti porto all'orfanotrofio, forse la madre saprà cosa fare con te»

Avviandosi lungo la strada Violet la percorse fino quasi a svoltare l’angolo per poi arrestarsi di colpo.

Dietro di lei non vi era nessuno. Nainai che la osservava da lontano non aveva mosso nemmeno un piccolo passo.

«Per gli dei non ci posso credere!!!«

Tornata sui suoi passi lo raggiunse fermandosi davanti a lui.

«Ma…sai camminare?»

Il nano rimase in silenzio.

«Non parli, non cammini…Mi sembra quasi di avere a che fare con un bambino…»

La mente di Violet si illuminò improvvisamente.

All’orfanotrofio quando un bambino fa i capricci di solito gli cantiamo una canzone…

Clap clap

Violet provò a battere le mani per attirare l’attenzione del nano che sembrò reagire al suono.

Funziona!

Nainai la stava guardando negli occhi, ricettivo alla voce della ragazza.

Clap clap clap clap

Beh, se non c'è altro modo…

 

«Uno è il sole che brilla lassù, due la terra e la luna quaggiù.
Tre son le stelle che il dio fa brillare, quattro i venti che sanno cantare. Cinque i fiori nel prato incantato, sei i ruscelli nel bosco dorato.
Sette i monti che il drago vegliò, otto le notti in cui mai riposò. Nove le navi sul mare lontano, dieci i passi…su dammi la mano!»

 

Violet cominciando a cantare e battere le mani a tempo si era avviata tenendo sott’occhio il nano che al suono della cantilena aveva cominciato a muoversi, seguendola. Camminando per le strade della città aveva continuato a cantare la cantilena fino a raggiungere la piazza del mercato, sotto gli occhi divertiti e sconvolti della gente.

«Basta non ne posso più…Mi fanno male le mani»

Non mica andare avanti così fino all’orfanotrofio…

Violet si osservò attorno cercando di trovare una soluzione.

«Una carrozza è fuori discussione, troppo costosa…»

Ma che sto dicendo? Cavolo, ma come ho fatto a finire in una situazione del genere?

Violet finì il pensiero venendo attirata da un oggetto sistemato sul banchetto di un mercante poco lontano.

Trovato!

Violet si avvicinò al banco contrattando velocemente con il venditore per poi raggiungere nuovamente il suo compagno che la osservava incuriosito.

«Ecco…Cosi dovrebbe funzionare…»

Violet mostrò al nano ciò che stringeva tra le mani. Una corda non troppo lunga che svolse facendola sbattere per terra. Legatasi una delle estremità alla vita fece poi lo stesso con Nainai.

«Vediamo…»

Violet cominciò a muovere qualche passo lentamente, aspettando di vedere la reazione del suo compagno.

«Si bravo…Cosi!»

Il nano sentendosi tirare aveva cominciato a muoversi verso di lei.

«Perfetto! Adesso possiamo andare»

Violet cominciò a muoversi con passo svelto trascinandosi dietro il compagno che adeguò la propria andatura per poter seguire la ragazza.

Percorsa la città velocemente Violet percorse le strade che si intrecciavano svariate volte, fino a ritrovarsi finalmente sul solito ponte che attraversò percorrendo la periferia e raggiungendo infine con passo svelto l’orfanotrofio.

 

 

 

«E quello chi sarebbe???«

Violet entrata nel cortile si era ritrovata davanti i bambini che osservavano la ragazza ed il nano sconcertati.

«Sorellona…Ma quello è il tuo fidanzato??? Lili la guardava perplessa.

«Il mio…Cosa??? No!»

«E allora che ci fa qui?» Negis si avvicinò al nano cominciando a squadrarlo da vicino, seguito dagli altri bambini che cominciarono a sciamargli attorno.

«Ciaaaooo…Mi sentiii???»

Gal e Piro osservarono l’armatura del nano e il suo volto segnato.

«Sembra un soldato»

«Si! Un vero guerriero!»

Violet era più perplessa di loro, ma si avvicinò fermando i bambini che avevano cominciato a giocare con lui tirandogli la barba.

«Lui è Nainai, il mio…Compagno…»

«Che tipo strano… Ma riesce a parlare?» Negis gli girò intorno continuando ad osservarlo.

Lili si fece avanti fissandolo dritto negli occhi.

«A me piace…Ha uno sguardo così gentile…»  detto questo gli prese le mani continuando a guardarlo sorridendo.

Violet osservò il nano notando che il suo sguardo sembrava divertito.

Beh…Almeno gli piacciono i bambini

«Madreeee» Il richiamo di Lili risuonò per il cortile.

«Violet ha portato un uomo, dice che si è trovata un compagno»

Violet trasalì ma non fece in tempo a rispondere, venendo interrotta dalla voce di Célene che subito si era affacciata alla porta.

«Violet…sei già tornata?»

«Célene…Ecco io…Si…»

La madre si fece avanti incuriosita, osservando l’oggetto dell’attenzione dei bambini.

«E questo signore chi sarebbe? E un tuo amico?»

Violet imbarazzata affrettò una risposta.

«Si…Forse è meglio se entriamo dentro, cosi posso spiegarti»

 

Una volta all’interno e seduti alla tavola Violet spiegò dello strano incontro avuto alla gilda, e della missione che le era stata assegnata.

«Wow! Una vera missione» I bambini ascoltata la storia si lasciarono andare alle solite speculazioni.

Célene che si era fatta consegnare la busta da Violet osservò attentamente il contratto che la ragazza aveva firmato.

«A guardarlo cosi sembrerebbe un contratto legittimo. Infondo è stata la gilda a consegnartelo no?»

«Si…Ma è stato tutto così strano…E poi non mi hanno nemmeno detto dove dovrei andare o cosa dovrei cercare di preciso…»

Célene osservò la mappa e la nota che la accompagnava.

«Ma questo è…Un gattino???«

«Si…Célene…Cosa dovrei fare?» La domanda di Violet era seria.

La madre osservò lei ed il nano per qualche istante ponderando la situazione.

«Beh io credo che dovresti pensarci bene. Partire per il nord senza nemmeno avere un indizio la trovò una cosa veramente sciocca e pericolosa»

Célene aveva ragione da vendere, ma Violet avvertiva una certa eccitazione.

«Beh Forse…Però infondo non può essere una missione così difficile giusto?» Violet cercava di convincere sé stessa.

«Mi sono appena iscritta alla gilda. Non credo che mi affiderebbero una missione troppo complicata o pericolosa…No?»

La madre si avvicinò al nano per osservarlo più da vicino.

«Si. La gilda è un’organizzazione seria e gestita da professionisti…Però ecco. Una missione è pur sempre una missione. Inoltre qui non specificano nulla…E poi questa dea, Sigillaria, io non ne ho mai sentito parlare»

Célene era visibilmente preoccupata ma Violet cercò di alleviare la tensione.

«Si tratta solo di recuperare un oggetto e riportarlo indietro. Quanto potrà mai essere difficile?».

«E quindi dovrai combattere contro i mostri? Fantastico!!»  Piro faticava a contenere l’entusiasmo.

«Ma sei capace di combattere sorellona? Di solito sei sempre cosi goffa, non sei nemmeno in gradi di girare per la città senza perderti!» Negis al contrario del fratello era molto più cauto.

«Certo che sa combattere! La sorellona è un’avventuriera!»

Gal lo interruppe difendendola.

«Si la sorellona è fortissima!» Anche Lili che non staccava gli occhi dal nano si era intromessa nella discussione.

«Su avanti bambini, ora calmatevi» Célene li interruppe cercando di riprendere il controllo della situazione.

«Cosa hai intenzione di fare Violet?» La domanda della madre era seria.

«Io…Io non lo so…»

Cavolo, è da tutta la vita che aspetto di diventare un'avventuriera, ma non pensavo che le cose sarebbero andate in questo modo…

Célene la guardò con lo sguardo tagliente, senza dire nulla.

«Se ciò che mi hai raccontato è vero, intendo in merito alla pergamena che è svanita tra le fiamme e l'imposizione di un sigillo allora direi che quello che hai firmato era un contratto magico»

«Un contratto magico? E cosa sarebbe?»

Violet non aveva idea di cosa si trattasse.

«Si tratta di un contratto stipulato con la magia e che una volta siglato non può essere sciolto» Le parole di Célene raggiunsero Violet facendola trasalire.

«Non so quali conseguenze potrebbero esserci, ma in certi casi il prezzo da pagare può essere molto… Grave…»

Violet capì cosa intendeva Célene, che si era interrotta per non spaventare i bambini.

«E quindi sono fregata?»

Violet si lasciò sprofondare nella sedia.

Maledizione! E ora cosa faccio?

«Credo che a questo punto dovresti partire…» Violet presa alla sprovvista da quelle parole si raddrizzò sulla sedia.

«…Davvero?»

«Si Violet. Non puoi rischiare di infrangere il contratto e poi pensavo che nelle grandi città a nord esistono gilde molto grandi e piene di maghi esperti. Forse qualcuno di loro potrebbe consigliarti su cosa fare…»

Violet conosceva bene Célene. La madre aveva visto molti bambini crescere e lasciare l’orfanotrofio e non si era mai intromessa nelle scelte di nessuno di quei ragazzi. Eppure Violet sapeva che per la madre vederli andare via aveva sempre rappresentato un dolore più profondo di quanto lasciasse a vedere.

«Si forse hai ragione» Violet si stava a poco a poco rassegnando a quell'idea.

«Infondo ormai non posso più fare finta di niente…»

Non ho alternative, sono costretta a partire…

L'aria che si era fatta pesante venne interrotta da un rumore improvviso.

Glurgurpglurp

Tutti si guardarono attorno attirati da quel rumore.

«Ma…è stato lui?»

Lily fissava Nainai che era arrossito per l’imbarazzo.

Glurgurpglurp

«Sembra che il nostro ospite abbia fame» Célene osservò il nano seduto con lo sguardo fisso nel vuoto.

«Madre…Anche io ho fame»

«Si anche io»

Célene sospirò. I bambini si erano accodati approfittando della situazione.

«Allora direi che è ora di preparare la cena»

Subito tutti si misero all’opera. Piro e Gal scattarono in piedi per recuperare le stoviglie ed apparecchiare la tavola, mentre Negis preso un grosso coltello cominciò ad affettare il pane duro.

Lily si era avvicinata al fuoco aiutando Célene a preparare gli ingredienti per la zuppa.

Violet li osservò, ritrovandosi a pensare che una volta partita non avrebbe più potuto godere della loro compagnia.

La cena trascorse in tranquillità, fatta eccezione per il fatto che Violet resasi conto che Nainai non riusciva ad impugnare il cucchiaio aveva dovuto prima imboccarlo e poi aiutarlo a svestirsi per metterlo a letto.

Una volta finito raggiunse nuovamente la madre che stava gettando della legna dentro al focolare.

«Credo che ti convenga dirigerti alla capitale Violet»

Célene non la guardava, rimanendo concentrata sul fuoco.

«Credi che li potrò trovare qualcuno in grado di aiutarmi?»

«Credo che sia l'opzione migliore. Sono parecchi giorni di viaggio è vero, ma qui siamo molto lontani di confini a nord e la strada è trafficata e tenuta sotto controllo dalle guardie del re. Non credo che sarà un viaggio pericoloso…»

La capitale…Chissà che posto è….

La madre improvvisamente si distaccò dal focolaio andandole incontro e abbracciandola dolcemente.

«Promettimi che starai molto attenta»

Violet imbarazzata e colta di sorpresa si sentì improvvisamente sciogliere, lasciandosi andare nell'abbraccio di Célene.

«Io…Si…Te lo prometto…»

«Sei una ragazza speciale piccola Violet, cerca di ricordartelo sempre» Violet rimase stretta nell’abbraccio della madre sentendo gli occhi farsi umidi.

«Io…Ti prometto che non appena avrò finito tornerò a trovarti, cosi ti racconterò tante storie»

Célene le accarezzò la testa.

«Allora noi ti aspetteremo. Su ora vai a dormire, domani è un grande giorno»

Violet si asciugò le lacrime rivolendo lo sguardo alla madre che le rivolse un timido sorriso.

«Si, allora io vado. A domani»

Violet rivolgendo lo sguardo a terra si voltò dirigendosi nella propria stanza per stendersi.

Fu una notte lunga e piena di dubbi e domande.

Finalmente il suo sogno si era realizzato, eppure per la prima volta Violet si sentì sprofondare intrappolata da mille incertezze.

Si voltò nel letto, fissando la piccola finestra che lasciava entrare il chiarore pallido della luna.
Nel silenzio, sentiva solo il respiro regolare dei bambini addormentati nella stanza accanto e il crepitio sommesso della legna nel focolare.

Sotto le coperte, le sue mani si strinsero una all’altra.

Ce la farò…

parkeralexj75
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