«…Una ragazzina ed un nano legati con una corda. Certo che il mondo è davvero pieno di cose strane da vedere»
«Che cosa ci fai qui?» Violet tentata di guadagnare tempo sperando di svelare le intenzioni dell'uomo.
«Beh, aspetto! Stavo proprio aspettando che passasse qualcuno come voi»
«Come noi? Che vuoi dire?»
Maledizione!
«Beh ecco come ti accennavo io sono un ladro…»
Violet realizzate le parole dell'uomo cominciò ad arretrare.
«…Speravo che fossi disposta a condividere con me alcune delle tue monete. Diciamo pure tutte»
Ecco lo sapevo… E ora che faccio?
«Monete? Io…Io non ho monete…»
Con tutta la fatica che ho fatto per guadagnarle perché dovrei darle proprio a lui.
«Oh non fa nulla, ci sono altri modi in cui puoi soddisfarmi…» L'uomo si mosse fulmineo raggiungendola e allungando le mani su di lei.
«Sei carina sai ragazzina, sembri proprio il mio tipo…» Il ladro allungate le mani sulla veste fino a raggiungere il suo borsello, che cominciò a tintinnare.
«E questo cos'è?» L'uomo fingeva un sorrisetto sorpreso.
No! Le mie monete!
L'uomo sfilato il borsello allungo una mano fino al mento di Violet fissandola negli occhi. Violet osservandolo notò che il viso dell'uomo di fronte a lei era giovane, dai capelli mori e gli occhi scuri. Un aspetto umano.
«Bella, bugiarda…Sai sei proprio il mio tipo. Cosa ne dici di…»
Violet avvertendo il tocco delle mani dell'uomo sul proprio mento reagì d'istinto.
Spalancata la bocca Violet agguantò con i denti l mano dell'uomo, mordendola con tutta la forza che aveva in corpo.
L'uomo cominciò ad urlare per il dolore agitandosi, riuscendo infine a divincolarsi dalla presa arretrando, osservandosi la mano da cui scendeva un rivolo di sangue.
«Tu sei fuori di testa! Guarda cosa hai fatto alla mia nano!» Il ladro reagendo con rabbia si voltò nuovamente verso di lei serrando il pungo, pronto a colpirla «Maledetta mocciosa!»
Fu questione di un istante. Violet vedendo l'uomo avanzare si caricò, colpendo l'uomo nelle parti intime, con forza.
L'uomo sbiancò crollando a terra, ansimando e tentando di riprende il fiato.
«Io…Io…Io ti uccido!» Allungata una mano alla cintura Ghis fece per estrare un coltello. Violet non attese. Sollevata la propria staffa la fece calare dall'alto, dritta sulla testa del ladro, mandandolo al tappeto e facendogli perdere i sensi.
«Io sono cresciuta in un orfanotrofio con sei fratelli maschi tutti più grandi di me…» Lo sguardo di Violet era incredibilmente serio e determinato.
«Non m faccio spaventare da un ladruncolo come te!»
Sfogato il colpo violento, e avvicinatasi all'uomo lo guardo dall'alto in basso con un'espressione disgustata.
«Maniaco!»
Violet raccolto il proprio borsello lo risistemò tra le vesti, dando un calcio al coltello dell'uomo che giaceva a terra, facendolo cadere nel crepaccio.
Dietro di lei Nainai la fissava con uno sguardo sorpreso e pieno di ammirazione.
«Cosa c'è?» Nainai la fissava con la bocca aperta.
«Come credi che sia riuscita a sopravvivere fino ad ora in orfanotrofio? Lasciando che gli altri facessero quello che volevano? Sai quanto è difficile avere solo fratelli maschi?»
Nainai non reagì.
«Su…» Violet oltrepassando il ladro ancora svenuto tirò la corda rimettendo in marcia.
«Allontaniamoci prima che si risvegli!»
Ripreso il controllo Violet e Nainai si incamminarono cominciando ad attraversare il ponte.
Violet gettò un ultimo sguardo al malcapitato che ancora svenuto giaceva inerme al suolo.
Forse ho un po' esagerato…Però se l'è meritato!
Oltrepassato il ponte la coppia continuò lungo il sentiero, penetrando tra la vegetazione fitta, fino a scomparire tra gli alberi.
La caverna
Violet e Nainai si seguendo la strada si erano addentrati nel fitto della foresta, trovando riparo dalla calura estiva.
«Ma perché cavolo devono succedere tutte a me? Come se non avessi già abbastanza pensieri per la missione e tutto il resto…»
L’atmosfera nel bosco era fresca e confortante, e la nostra coppia si era rilassata, lasciandosi conquistare dagli odori gentili che provenivano dal profondo della foresta.
«Questa mappa è disegnata malissimo, non si capisce nulla!»
Violet la osservava perplessa. L'aveva osservata al lungo nel mentre si addentrava nella foresta, ma fino ad ora non era riuscita e riconoscere un solo luogo familiare su di essa.
Eppure non siamo partiti molto dalla città, che mi abbiano dato una mappa sbagliata?
Molte indicazioni erano scritte in caratteri strani, e le parole che componevano erano di difficile interpretazione.
«Ma guarda te che cavolo di pasticcio. Certo che quelli della gilda sono completamente inaffidabili».
Nainai che la seguiva con passo costante, si era distratto ad osservare un grosso uccello dai colori sgargianti e dal becco ricurvo, che li osservava appoggiato al ramo di un albero. Lo sguardo curioso ed inquisitore.
Improvvisamente alla loro destra un rumore.
Violet scattò prontamente impugnando stretta la propria staffa.
I cespugli si erano mossi.
Silenzio.
Poi di nuovo, questa volta più intensamente.
Violet scattata sull’attenti avvicinò il volto ai cespugli.
Tra le fronde vide qualcosa di strano.
Era un piccolo oggetto circolare, simile ad u un piccolo batuffolo di lana dal colore ocra.
«Ma che cos’è?»
Violet osservando lo strano batuffolo allungo la mano e stingendolo.
«Ma è morbidissimo…»
Violet divertita lo strinse una seconda volta, poi di nuovo, provando a tirarlo.
«Hai visto Nainai? Eppure non sembra un fiore…» Violet divertiva si rivolgeva al compagno tentando di coinvolgerlo in quella strana novità.
«…Chissà che cos'è?!?»
Il nano che osservava la compagna sgranò improvvisamente gli occhi.
Poi uno strano rumore, come un lungo e sono sbuffò che proveniva dall'altro lato dei cespugli.
Improvvisamente ci fu un forte rumore di rami spezzati e dalle sterpaglie un enorme figura in penombra si levò, alt e massiccia. Due punti luminosi che allargandosi come delle fessure si soffermarono su Violet.
Poi un fortissimo, spaventoso ruggito.
«Un…Un…Un mostro???»
La bestia era tre volte più alta di Violet, la testa enorme, le zanne affilate. Dei lunghi spuntoni ossei sbucavano dalla sua schiena. Il mostro fissò la ragazza, poi un secondo spaventoso ruggito che colpì in pieno la ragazza ricoprendola di bava viscosa e appiccicosa.
«Aaaaaahhhhhh!»
Violet si ritrovò lanciata per il sentiero urlando e correndo più veloce che poteva. Dietro di lei Nainai che trascinato dalla foga della ragazza si era sollevato da terra svolazzando come una bandierina. Il volto e pochi centimetri dalla testa del mostro che con una smorfia demoniaca cercava in ogni modo di raggiungerli.
Correndo più velocemente che poteva Violet riuscì a distanziare la belva correndo a zig zag tra gli alberi.
Riparatasi dietro ad un grosso masso si arrestò tirando a sé il nano, rimanendo immobile.
Maledizione! Questa proprio non ci voleva!
Violet tentò di calmarsi riprendendo il fiato, avvertendo il cuore che le batteva all'impazzata nel petto.
«…L’abbiamo seminato?»
Violet ansimante e con il cuore che le batteva a mille allungò l’orecchio ascoltando i rumori della bestia che si faceva sempre più lontani.
Mamma mia che fifa…
Rimasti immobili a lungo sentirono i versi della bestia che si allontanava. Violet fece capolino con la tesa oltre il masso, osservando i dintorni per assicurarsi che non vi fossero pericoli.
Sono appena partita e sono già sta aggredita, derubata e quasi finite tra le fauci di un mostro…Devo imparare a stare più attenta!
«Come stai? Tutto bene?» Violet si rivolse al compagno che sembrava spaventato quanto lei.
«Credo che siamo riusciti a seminarlo…»
Almeno spero…Quanto vorrei poter tornare a casa, da Célene ed i bambini…
Violet avvertendo un nodo nel fondo dello stomaco si scrollò, obbligandosi a scacciare quei pensieri.
No, ormai ci sono. Non posso certo mollare tutto e tornare indietro. Infondo la vita dell'avventuriero e questa no?
«Muoviamoci, non voglio rischiare che quella cosa ci trovi» Alzatasi e aiutato il compagno Violet si rimise in marcia lentamente.
Proseguito il cammino la coppia si era addentrata ancora di più nella foresta. Violet procedeva guardinga e con i nervi a fior di pelle. Ogni minimo rumore la faceva sobbalzare. Camminato a lungo infine si ritrovarono davanti ad un bivio che si biforcava. Ognuno dei sentieri si diramava nella direzione opposta all'altro.
«E ora?»
Violet estratta la mappa cercò di capire dove si trovassero e quale avrebbe dovuto essere il sentiero migliore da seguire.
«Beh…Il nord dovrebbe essere facile da trovare»
Alzò lo sguardo osservando la luce che filtrava tra le fronde degli alberi.
«Se il sole è alla nostra sinistra allora dobbiamo solo proseguire dritti no?»
Violet si girò verso il compagno come aspettandosi una risposta. Nainai silenzioso osservava la strada perplesso.
«Beh, fa niente! Continuiamo»
Imboccato il sentiero Violet avvertì uno strattone improvviso. Nainai si era incamminato nella direzione opposta e sembrava non voler cambiare idea.
«No Nainai! Da questa parte, non di lì!»
Tirò la corda cercando di avvicinare il nano alla sua direzione riuscendo infine a trascinarlo nella sua direzione.
«Ma che ti è preso??? Se vai da quella parte finirai per perderti!»
Il nano continuava ad osservare il sentiero che era stato costretto ad abbandonare.
«Avanti Nainai non fare storie. Dobbiamo proseguire da questa parte!»
Il nano dopo alcune resistenze si arrese, permettendo alla ragazza di trascinarlo dietro di sé, rassegnato.
«Ecco vedi? È facile trovare la strada giusta. Basta usare un po’ di cervello!»
Il sentiero cominciò a scendere dolcemente e Violet incalzata dal sentiero dolce aveva allungato il passo.
Improvvisamente si bloccarono. Davanti a loro, sbucata dal fitto della foresta, si ergeva una parete in pietra, alta e minacciosa.
«Una caverna??? Nel mezzo della foresta???«.
Violet cercò sulla mappa. Niente.
Osservandosi attorno notò un’entrata. Vi si avvicinò con attenzione, osservandola, fissando l’oscurità all’interno di essa.
«E ora che facciamo?»
Cavolo io non ho nessuna voglia si entrare li dentro…Se tornassimo indietro?
Il pensiero di quello che si trovava alle sue spalle la fece rabbrividire.
Camminò avanti e indietro svariate volte, accorgendosi che il sentiero che avevano seguito si interrompeva proprio davanti all’entrata della caverna.
Poi notò una targa accanto all’entrata. Una vecchia insegna in legno appesa all’ingresso con un grosso e vecchio chiodo arrugginito.
Si avvicinò leggendo le parole impresse sulla tavola, speranzosa di carpire qualche indizio.
«Caverna»
Ma facciamo sul serio???
Violet sentì una grossa goccia scenderle lungo la fronte.
«Beh a questo punto non c’è molto da fare…»
Violet si avvicinò al compagno che osservava l’entrata della caverna preoccupato.
«Non ti preoccupare Nainai, vedrai che andrà tutto bene!»
Questa volta deve andare bene per forza!
Violet cercava più di convincere sé stessa che il vecchio nano, non aveva idea di cosa aspettarsi una volta all’interno. Cosi stringendo la staffa e prendendo coraggio la ragazza si addentrò nella caverna.
L’interno era scuro e profondo, non si vedeva ad un palmo dal naso.
«Sembra molto umido, forse più avanti c’è dell’acqua…?»
La voce di Violet rimbalzava sulle pareti, amplificandosi.
Cosi non si vede nulla…Ah aspetta!
Con un colpetto sul terreno Violet fece illuminare il vertice della propria staffa illuminando le pareti e il sentiero davanti a sé.
Era una luce fioca, ma più che sufficiente a rischiarare le pareti rugose della caverna e rivelare il sentiero che proseguiva davanti a loro.
«Beh sembra tutto a posto…»
Rimase ferma, in ascolto, per assicurarsi di non incappare in pericoli improvvisi. Le pareti della caverna erano strette, ed un incontro con un mostro in quello spazio angusto l’avrebbe messa in grossa difficoltà.
Procedeva piano, attenta a non farsi sfuggire alcun dettaglio cercando di osservare per quanto possibile il sentiero che addentrandosi che proseguiva davanti a loro.
Attorno a loro l’eco dei propri passi e il lontano rintocco di gocce che cadevano risuonando nel vuoto.
Poi uno strano rumore, come un leggero ronzio. Era leggero, sommesso e sembrava provenire da un punto imprecisato davanti a loro.

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