«Ma non finisce mai questo posto?»

Violet era stanca e avvertiva un forte dolore ai piedi. Ne aveva abbastanza di camminare.

«Inutile non usciremo mai da qui. Mi sono infilata in un bel guaio!»

Violet in un momento di debolezza si appoggiò alla parete inspirando profondamente lasciandosi andare, ritrovandosi cosi seduta sul pavimento. Appoggiata la testa sulle gambe rimase a lungo in preda ai propri pensieri.

Tutta quella strada e quelle esperienze assurde le facevano venire voglia di piangere. Pensò alle ragazze della gilda e alla loro insistenza. E poi c’era Nainai. Un compagno fortissimo, ma praticamente inutile.

«Maledizione!!! Questo viaggio è senza senso!!! Io non so nulla di questo sigillo»

Violet si voltò verso il compagno che la osservava.

«E poi mi spieghi per quale motivo tu parli solo quando non dovresti???»

Il nano non disse nulla, limitandosi ad avvicinarsi alla ragazza per sedersi a fianco a lei, osservando il vuoto.

Dopo qualche lungo istante di silenzio, Violet si voltò verso di lui.

«Scusami…Non ce l’ho con te, davvero»

Infondo sono stata io a trascinarlo qui…

 «Immagino che tu sia stato incastrato proprio come me…»

Rimasero fermi, nel silenzio. L’unico rumore era quello distante del vento, che soffiando nella caverna rimbalzava sulle pareti creando strani echi simili a voci lontane. Improvvisamente dal soffitto della caverna cominciò a filtrare una flebile luce. Violet alzò lo sguardo notando una piccola apertura tramite la quale poteva scorgere un piccolo scorcio di esterno. Al di fuori, in lontananza poteva vedere una piccola, pallida Luna.

La luce filtrava attraverso la fessura illuminando la stanza e concentrandosi sullo stagno che stava proprio davanti a loro, rischiarandolo.

Poi alcuni rumori. Violet attirata dal suono notò che lo stagno davanti a loro si stava increspando, cominciando a ribollire.

Glup…glup…glup

Dallo specchio d’acqua, sotto il loro sguardo incredulo, alcuni Slime dal colore turchese cominciarono ad uscire dall’acqua, radunandosi lungo le sponde dello stagno.

In breve tempo erano diventati decine.

Illuminati dalla luce lunare gli Slime cominciarono a brillare dall’interno diventando fluorescenti.

Poi, con lo sguardo rivolto alla Luna, gli slime cominciarono ad intonare una melodia.

«Tuuuuu…tuuuuu…tuuuuu»

Violet sgranò gli occhi.

Ma che cosa sta succedendo?

Non aveva mai sentito raccontare da nessuno che quelle creature fossero in grado di emettere dei suoni, figuriamoci cantare.

Ma in questa caverna cantano tutti?

Violet e Nainai impressionati osservarono la scena senza dire una parola. 

Il canto degli slime era dolce ed armonioso, e cullati da quel canto, i due sentirono gli occhi farsi pensati. Violet cercò di resistere inutilmente a quel suono ipnotico, finendo per venirne completamente assorbita, crollando addormentata.

Violet riaprì gli occhi pigramente.

Aveva dormito profondamente, e strabuzzando gli occhi e sbadigliando cominciò ad osservarsi attorno.

«Ma…dove siamo???»

Subito le tornarono alla mente la scena della sera precedente e gli slime. Si alzò di scatto volendo lo sguardo verso lo stagno vuoto.

È…stato un sogno?

Si avvicinò allo stagno per osservarlo incuriosita, cercando con gli occhi le creature che aveva visto la sera prima, aspettandosi di trovarli nell’acqua, trovandosi di fronte solo al proprio riflesso.

«Hey ma…aspetta!»

Violet avvertendo una sferzata d’aria fresca sollevò lo sguardo verso l’apertura che si trovava sul soffitto della caverna intravedendo qualcosa che si muoveva al di fuori.

«Ma quelli sono degli alberi!»

Scattò in piedi tornando verso il nano che appena svegliatosi sbadigliava stropicciandosi gli occhi gli occhi.

«Su andiamo Nainai! L'uscita non deve essere lontana!»

Imboccata la galleria Violet accelerò il passo trascinandosi dietro il povero compagno che trafelato tentata di tenerne il passo.

 Il vento all’intero del tunnel era più forte, e il suo profumo più fresco.

«Lo senti questo odore? Ormai ci siamo!»

I due camminarono fino a scorgere finalmente una grande luce in fondo al tunnel, gettandovisi dentro. E finalmente, l’esterno.