Arrivati nei pressi del cancello la coppia si arresto.
«Finalmente…»
Violet rinfrancata da quella vista si sentì alleggerita di un peso enorme. Attorno a lei il vociare sono e confuso delle persone che si trovavano tutt’attorno a loro.
Le mura non erano molto alte e il cancello davanti a loro era incastonato tra due piccole torri di guardia su cui poteva vedere delle figure armate muoversi. Su di esse dei drappi rossi su cui erano raffigurati i volti di due cinghiali minacciosi e dalle lunghe zanne.
Ma che posto è questo?
Oltrepassato il cancello sotto lo sguardo stranito delle guardie Violet si addentrò nella città seguita dal suo compagno. Il pavimento era in terra battuta, e le case e gli edifici che si ritrovò ad osservare erano bassi e dai tetti scoscesi. Era tutto molto diverso da Giltown.
Sentendo scrosciare dell’acqua Violet voltandosi vide una piccola fontana attorno a cui dei bambini si erano radunati per giocare schizzandosi con l’acqua, rumorosi e festosi. Avvicinatasi alla fontana sotto lo sguardo dei bambini e sciacquatasi le mani con l’acqua fresca ne prese un lungo sorso.
Nainai dietro di lei intanto era stato circondato dalle creaturine curiose, che lo osservavano parlottando tra loro.
«Ma è un nano?» I bambini lo scrutavano attentamente.
«Che tipo strano…»
Svuotata la borraccia Violet la riempì alla fontana fino a farla traboccare avvicinandola
«Perché quell'uomo è legato con una corda??» I bambini cominciarono a tempestarli di domande.
«Sei la sua mamma?»
Violet facendosi largo tra i bambini si limitò a bagnare un panno che teneva nella borsa per poi passarlo sul volto del nano, aiutandolo a rinfrescarsi.
«No non sono sua madre…»
Osservandosi attorno scrutando ciò che la circondava notò che lo spiazzo in cui si trovavano brulicava di gente. Vi erano banchetti con merce esposta e persone che urlavano per attirare clienti. Vi erano poi dei soldati che attraversavano le strade in un piccolo gruppo e altri che brandivano armi di vario genere.
Sembrano degli avventurieri…
Violet ispirata da quell'idea si voltò verso Nainai sorridendo.
«Forse qui c’è una gilda! Potrebbe essere un buon posto per chiedere informazioni»
Finito di aiutare Nainai, Violet richiuse la borraccia, pensando a come muoversi. La prima cosa da fare era mettere qualcosa sotto i denti.
«Io sto morendo di fame, credo che sia meglio trovare prima un posto dove poter mangiare qualcosa»
Nainai continuava a seguirla silenzioso, senza fare caso agli sguardi curiosi delle persone che li circondavano.
Sotto lo sguardo dei bambini Violet lanciò lo sguardo per le stradine che si intrecciavano perdendosi all’interno della cittadina.
«Beh, suppongo che prima o poi ne troveremo una locanda. Ci saranno pure delle locande qui no?»
Camminando e guardandosi attorno Violet si accorse che le locande non erano così comuni. Ne aveva vista una sola, ma osservando l’ambiente dall’esterno e gli avventori che entravano ed uscivano si era resa conto che quel posto aveva l’aria di essere molto costoso.
Violet non aveva molto denaro con sé, solo il sufficiente per qualche giorno, ed era un problema.
Spero di trovare qualcosa a buon prezzo, altrimenti siamo nei guai…
Finalmente raggiunto un quartiere meno affollato della città Violet individuo un edificio che dalla distanza sembrava avere le caratteristiche tipiche di una locanda. Era leggermente isolato, e davanti ad esso si trovava un largo spiazzo simile ad una piazza sgombra.
Proseguendo incuriosita, Violet notò che la struttura non aveva un’aria esattamente da ambiente di lusso. L'aspetto esterno era sciupato e vecchio, e dava idea di essere più un vecchio magazzino riconvertito in abitazione.
Avvicinatasi notò che all’esterno dell’edificio si trovava una piccola targa in legno che notò essere stata scritta a mano con della vernice.
Si avvicinò per leggerla:
«L’insegna è stata rubata.
Ci scusiamo per il disagio.»
E questa sarebbe una locanda?
Davanti all’entrata alcuni scalini in legno e una porta dall’aspetto consumato. Sembrava una vecchia stamberga pronta a crollare da un momento all’altro.
«Beh, vale la pena tentare…»
Sospirando rassegnata afferrò la maniglia della porta aprendola ed entrando.
«Clientiiiiii!!!!»
Violet fece appena a tempo a notare una figura dietro al bancone che veloce come un fulmine li raggiunse fermandosi davanti a loro.
Ma che è quella cosa?
Si ritrovò di fonte a due enormi occhi tondi che la fissavano luccicanti. La giovane ragazza davanti a lei era una teriantropa. Una ragazza dall'aspetto canino.
Era molto giovane e aveva delle piccole orecchie grigie e morbide ripiegate in avanti, il volto leggermente allungato.
Portava una veste larga verdognola e sopra di esso un grembiule bianco. Le gambe scarne e i piedi piccoli. Indossava delle calzature bianche legate che si chiudevano sulle caviglie con un piccolo laccetto.
I capelli erano bianchi, cosi come lo era la lunga coda che scodinzolava felice alle sue spalle.
«Benvenuti! Siete qui per mangiare? O forse volete una stanza…? O magari entrambi. Come posso soddisfarvi?»
Sembrava agitatissima. Parlava velocemente e gli occhi attenti coglievano ogni singolo movimento di Violet.
«Beh io…Noi…avete delle stanze libere qui?»
L’agitazione della ragazza cane era palpabile. Violet si sentiva in difficoltà.
«Ma certo! Venite seguitemi pure! Ah io sono Mela, la proprietaria! Chiedetemi pure tutto quello che volete. Prego accomodatevi!»
La ragazza lì lasciò accomodare nella sala vuota agitando la coda senza controllo e facendola sbattere sonoramente contro tavoli e sedie.
Meglio stare indietro, se dovesse colpirmi sarebbe come prendere una frustata
Raggiunta la fine della sala fece cenno ai due di sedersi ad una piccola tavola incassata nella parete e sovrastata da una finestra spalancata.
«Pergo, accomodatevi»
Violet abbozzò un sorriso forzato, avvicinandosi alla tavola e prendendovi posto.
«…Grazie»
«Allora, cosa posso portarvi? Volete carne? Acqua? O forse birra? Abbiamo anche latte, uova, e vediamo dovrebbero essermi avanzate delle patate da qualche parte…» La velocità a cui Mela parlava rendeva difficile a Violet starle dietro per rispondere.
«Il nostro menù prevede pasti per fate, e anche pietanze vegetariane per elfi esigenti!»
Violet stanca per il viaggio ed intontita dalle chiacchiere della ragazza si lasciò crollare sulla panca, esausta.
Non ce la faccio più, mi sembra di poter svenire da un momento all'altro. Ma questa non la smette mai di parlare?
«E il tuo compagno? È un nano? È tuo padre?» La ragazza non li lasciava respirare.
«No ma cosa dico. Tu sei un’umana, lo sento dall’odore» La proprietaria della taverna si voltò ad osservare il nano che la fissava con gli occhi tondi e spalancati.
«Com’è carinoooo!»
La ragazza cane con gli occhi scintillanti avvicino il volto a Nainai cominciando ad annusarlo.
«Sniff sniff…»
Ma lo sta…Annusando?
Finita l'ispezione Mela si risollevò con lo sguardo soddisfatto.
«Sembrate stanchi…Volete da mangiare? Sapete il mio stufato di carne e verdure è famoso in tutta Ostelria!»
Violet si guardò attorno. La locanda era vuota, ad eccezione di un uomo rettile che seduto all’angolo opposto della stanza stava succhiando delle grosse lumache vive, estraendole con le mani da una grossa pentola.
«A dire il vero non pensavo nemmeno che questa fosse una locanda. Sai…l’insegna»
La ragazza cane drizzò la coda irrigidendosi.
«Oh sì l’insegna, certo! Sai non è la prima volta che me la rubano…»
Mela inclinò la testa portandosi un dito alla guancia, come ragionando.
«Ne avevo anche ordinata una nuova. Ma hanno rubato anche quella! Chissà chi è che se ne va in giro di notte a rubare le insegne…»
«Si ecco noi…» Violet avrebbe voluto dire qualcosa, ma rinunciò «…Lo stufato va bene!»
A quelle parole la coda di mela cominciò a muoversi più veloce.
«Allora due porzioni di stufato di carne e verdure in arrivo!»
Meglio prima chiedere quale è il prezzo. Se il prezzo è alto per una notte posso anche fermarmi, ma non di più…
Violet istintivamente si portò la mano alla tasca toccando il borsello e facendo tintinnare le monete.
«…Quanto per mangiare e pernottare?»
Mela inclinò di nuovo la testa ragionando brevemente
«Mmhh…Due Zinni di rame. A testa!»
Violet sgranò gli occhi.
Cavolo ma è pochissimo! In qualsiasi altra locanda me avrebbero chieste almeno il doppio…
Violet appoggiò le monete sulla tavola davanti a Mela che con un gesto fulmineo le raccolse facendole sparire nella veste.
«Grazie! Allora arrivo subito…» La ragazza cane si interruppe improvvisamente, drizzando orecchie e coda attirata da qualcosa alle sue spalle.
«Grrrrrrr…Woooooof!!!»
Alzò il braccio di scatto, indicando l’uomo lucertola che si era alzato dalla tavola e stava prendendo dal banco un boccale vuoto, sistemato vicino a delle ceramiche di fattura fine ed elegante.
«Hey tu…» Mela era furiosa.
«Non avrai mica intenzione di toccare le mie ceramiche con quelle manacce sporche e unte, vero? Grrrrrrr!!»
L’uomo lucertola vedendo la ragazza furibonda si voltò di scatto, tornando a sedere in silenzio. Mela sbuffando rivolse nuovamente la sua attenzione a Violet, cominciando ad agitare la coda voluminosa.
«Vi servo immediatamente!»
Detto questo sparì verso il bancone con passo rapido.
Violet lanciò uno sguardo perplesso a Nainai che sembrava condividere le sue stesse impressioni.
«…Ma dove cavolo siamo finiti?»
Speriamo bene…
A parte per le ceramiche sistemate sul bancone e che stonavano con il resto dell’ambiente, la locanda aveva un aspetto abbastanza vecchio e consumato, eppure nella sala regnava l’ordine e tutto era visibilmente pulito e ben spolverato.
Violet perplessa continuava ad osservare la ragazza alle prese con pentole stoviglie.
A guardarla così sembra più un uragano che una ragazzina…
Dopo una breve assenza la locandiera si ripresentò trasportando un grosso vassoio visibilmente troppo grande e pesante per una ragazza dall'aspetto cosi minuto.
Sul vassoio c’erano pane, acqua e due grosse ciotole piene e fumanti. Il pane era fresco e sembrava sfornato da poco e dalle ciotole saliva sinuoso un rivolo di vapore dal profumo invitante.
«Buon appetito!» Mela servita la coppia rimase in piedi accanto alla tavola, in attesa.
Nelle ciotole vi erano dei grossi pezzi di carne e patate fumanti. Violet lo fissò qualche istante, ma era troppo stanca per mettersi a fare domande.
O la va o la spacca….
Presa una generosa cucchiaiata se la infilò in bocca.
«Ma è…Buonissimo!»
Mela reagì soddisfatta, cominciando ad agitare la coda.
«Ve lo avevo detto che il mio stufato era il più buono di tutta Ostelria! Sai, è fatto con carne selezionata e patate che coltivo io stessa!»
Le coltiva lei?
Violet notò che Nainai stava fissando la ciotola con un piccolo rivolo di bava che gli scendeva dalla bocca.
Preso il suo cucchiaio lo riempì di stufato e vi soffiò sopra dolcemente, imboccandolo.
«Certo che siete una coppia strana! Siete compagni?» Mela osservava Violet che imboccava il nano con un’espressione incuriosita.
«Non mi dire che lui è…Il tuo fidanzato!!!«
«Cosa??? No!!!!»
Di nuovo? È la seconda volta che mi sento dire che siamo fidanzati!
«Noi…siamo membri della gilda di Giltown» Violet imbronciata continuava ad imboccare il nano «Siamo in viaggio sai…»
Mela si raddrizzò.
«Oh, la gilda! Si la conosco. Ogni tanto qualche avventuriero passa di qui. Siete da soli o avete altri compagni? Quanti anni avete? Siete forti?»
La ragazza li tempestava di domande senza lasciargli un minimo di respiro e Violet in quel momento si rese conto di non essersi nemmeno presentata.
«Io sono Violet. Ho diciassette anni. Lui invece è Nainai»
Mela cominciò a scodinzolare più forte, interessata.
«Diciassette anni? Sei molto giovane!»
Giovane? Ma se tu sei più piccola di me!
«E in quale genere di missione siete impegnati?»
Quella domanda fece trasalire Violet. Spiegarle tutto per filo e per segno sarebbe stato troppo complicato.
«Una…ricerca…»
«E cosa state cercando? Una persona? Un artefatto magico? O magari un osso?»
«No ecco noi…È complicato…»
Violet che si era riempita la pancia avvertì il sonno assalirla, lasciandosi andare ad un lungo e profondo sbadiglio.
«Oh vedo che siete molto stanchi…» Mela allo sbadiglio di Violet reagì preoccupata.
«Scusami, è stata una giornata lunga» Violet non riuscì a trattenere un altro sbadiglio.

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