La servitù inferiore dei Phantomhive si congedò per prima, dopo aver lasciato a bocca asciutta una piangente Lizzie, sciamando attraverso i corridoi. Finnian lanciò un ultimo sguardo nostalgico verso dove era sparito Seras, poi si affrettò a seguire la cameriera e il cuoco.
Walter, mentre Sebastian ripuliva fino a far brillare la tavola, non si mosse. Perché sapeva che con un maggiordomo come Sebastian in casa non avrebbe dovuto sforzarsi più di tanto con il caos procurato dai due vampiri. Il maggiordomo sogghignò mentre vedeva la fronte di Sebastian imperlarsi di sudore mentre il suo sguardo correva aldilà delle Alpi Sediatiche, aldilà della scritta che segnava l’appartenenza del territorio.
Andava allo sporco. Vide l’olio delle patate, e i resti del pollo e il sugo che gocciolava, vide le sedie rovesciate, il pavimento schizzato del sangue della mucca … il sudore gli scorreva copioso sulle spalle e sulla fronte … e quella sedia rischiava di rovesciarsi … i suoi occhi si illuminarono di porpora … in realtà gli Hellsing non mangiavano come porci. Era che Sebastian era abituato alla pulizia più assoluta e gli sembrava piuttosto indecoroso che gli Hellsing mangiassero cose sostanziose. E poi … eccola lì. Lucida, piccola e quasi sferica. Gialla. Sarebbe stata indelebile sul pavimento!
La goccia d’olio iniziò a precipitare, ma per Sebastian fu come se fosse a rallentatore. Bastò un movimento.
E … nessuno lo vide più. In pochi secondi il tavolo fu lucente, un’altra manciata di secondi e il pavimento fu completamente ripulito dal sangue incrostato di vacca, i resti del cibo vennero trasportati via. Walter rimase stupito, e digrignò i denti. Ma era felice di non dover fare i lavori pesanti della casa, ma si sa, non si può fare convivere due maggiordomi in una stessa casa. Te ne troverai prima o poi uno sgozzato sul pavimento, senza sangue però: dopo averlo ucciso il maggiordomo vincitore avrebbe per forza pulito il sangue. E poi, la mente dei maggiordomi è estremamente contorta, non si può capire nulla se non si è un non-morto o un maggiordomo stesso.
Comunque divenne tutto pulito e ordinato, nonostante tutto i lati della stata erano profondamente diversi. Sembravano rappresentare la luce e l’oscurità.
Il lato degli Hellsing: perennemente scuro, le pareti adornate di qualche quadro, per forza famoso, con le pareti di una specie di castano chiaro. Finestre grandi, in modo che nelle notti di luna piena lasciassero vedere nella loro interezza e magnificenza la bellezza della luna. Persino il corridoio che dava sull’altra stanza era completamente diviso a metà, quasi una linea immaginaria la dividesse precisamente a metà. Sembrava uguale a quello del maniero Hellsing, abbastanza semplice, e se qualcuno ha visto l’anime potrà facilmente immaginarselo.
Il lato dei Phantomhive: inondate di una forte luce restituita da una grande quantità di specchi che facevano brillare il glitter sparso ovunque da Elizabeth. Tutto era infiocchettato, tutto ordinato, addobbato e vestito come un umano, (a parte le scale che erano semplicemente adornate con un mucchio di orsacchiotti alla base e miliardi di nastrini sul corrimano), tutto indossava cose rosa obbrobriose ricoperte di brillantini. A grandi lettere su ogni muro vi era la scritta enorme, leggibile da diciassettemila metri di distanza:
KAWAI.
Le finestre erano piccole ma numerosissime, ornate di festoni. Era tutto brillante luminoso, e l’unica pupilla visibile di Ciel si contraeva spasmodicamente alla luce.
Il piccolo Phantomhive congedò Sebastian con un gesto della mano.
«Yes, my lord» si inchinò e andò via con un catwalk elegante e felpato, silenzioso
«Allora» disse Ciel alzando le mani con i palmi in su, in modo eloquente «che te ne pare del mio Sebastian?»
«Niente male» disse Integra, con il sigaro ancora in bocca, parlando normalmente come se questo non gli desse fastidio «comunque reputo migliore il mio Alucard»
«Davvero?» mormorò il piccolo conte, adottando il “tu” confidenziale, visto che entrambi erano a capo delle due fazioni «Sai quello che il mio servo sa fare»
«Certo, come è vero che so comunque quello che sa fare il mio servo. E so che le sue imprese sono molto migliori di quelle del tuo»
«Il mio sa pulire in cinque secondi una stanza disordinata, sporca e puzzolente» sogghignò Ciel
«Il mio sa uccidere un migliaio di ghoul in cinque minuti, anzi di meno»
«Il mio sa ballare il tip tap»
«Il mio sa rigenerarsi in brevissimo tempo»
«Il mio sa squartare con eleganza»
«Il mio in modo brutale e sanguinoso, in modo veloce ma anche lento se vuole»
«Il mio» replicò il Phantomhive stizzito «Il mio sa fare il catwalk»
«Il mio sa maneggiare due pistole anti-mostro che uno come il tuo esile demonetto non riuscirà mai neanche a capire come funzionano»
«Il mio!» iniziò a urlare, prendendosela e alzandosi digrignando i denti «Il mio è …»
«Sdentato» lo interruppe Integra, senza scomodarsi
«Cosa?!» Ciel rimase per un attimo perplesso, poi iniziò a urlare «IL MIO SA CUCINARE BENISSIMO!»
«Il mio, invece, non sa cucinare ma in compenso è Dracula, ciò vuol dire che ha diverse forme e il suo corpo è estremamente malleabile e può assumere un aspetto a piacere»
«Bhè, il mio è super-veloce e super-forte»
«Il mio di più, e può diventare femmina»
Ciel ci rimase di stucco «Può diventare femmina?»
«Cosa ho appena detto, Conte?»
«Che può diventare femmina»
«Quindi?»
«Quindi può essere femmina»
«Bravo» replicò la donna ironicamente, incrociando le braccia con fare da Boss «Vedi che ci sei arrivato?»
«Si. Ci sono arrivato» fece, con aria assente, poi continuò e ricominciò ad urlare senza un apparente motivo «IL MIO SA DIVENTARE UN GATTO, UN CORVO, E SA ANCHE FARE IL THÈ!»
«Il mio può diventare un lupo, un cane infernale, un pipistrello vampiro, un “Giant Bat”, un bambino, una ragazzina, un emo, un guerriero, un uomo chic, un Conte (anzi, più di uno) e molto altro ancora. In quanto a lui, è immortale»
«IL MIO SA COORDINARE LA SERVITÙ!»
«Il mio sa farla esaurire e riesce a battere un rigeneratore-cespuglio-di-more-iscariota. E il tuo è uno yaoi»
«Già, forse hai ragione» disse, portandosi una mano al mento e guardando con il suo unico occhi il soffitto «Altrimenti perché mai mi avrebbe salvato … Aspetta!Ma cosa mi fai dire?!»
«Senza contare che il mio non vuole riscuotere alcun pagamento» annuì Integra con aria saggia «Invece il tuo, non appena avrà svolto l’incarico ti divorerà l’anima. Il mio è un servo che fa tutto quello che voglio gratis»
«Ma non sa fare un bel pò di cose»
«Ma ne sa fare più del tuo»
«Non sa sorridere senza denti» sputò Ciel, dicendo la prima cosa che gli veniva in mente
«Il tuo non sa sorridere mettendo i denti in mostra. Non sa ridere. Non è munito di auto-ironia. E non si innamora di altri demoni, o di altri esseri almeno antropomorfi ma …» lo guardò con la tipica espressione del “non ci sono più chance per lui” «… ma di gatti»
«Su questo hai ragione» sospirò il bambino «Quello scansafatiche non fa altro che correre appresso alla gatte che trova per strada e inizia a dire “Kuni, kuni, kuni, kuni” all’infinito! Bhè, non riesco proprio a sopportarlo!»
«Vedi che il mio è migliore?»
«Staremo a vedere. Intanto quel tuo maggiordomo, Walter, è insignificante»
«Non è insignificante» disse, calma la donna, ma dentro non le andava che insultassero la servitù dell’Hellsing, mentre lasciavano in pace quella dei Phantomhive che era così disastrosa «È stato battuto dal tuo servo solo ed esclusivamente perché era umano: non era abbastanza rapido per prenotarsi. Sapeva le risposte, come hai notato ne sapeva di più del tuo Sebastian, ma quest’ultimo è un demone dunque poteva prenotarsi per primo e dare le risposte esatte, e non sempre lo ha fatto. Solo questo»
«Comunque …» disse Ciel, riappacificatosi con se stesso, e si risedette «Credo proprio che sfidiamo una delle loro leggi più importanti»
«Dei maggiordomi?»
«Esatto» annuì il bambino, con aria tragica «La loro natura gli impedisce di vedere altri maggiordomi nella stessa casa che debbano rimanere permanentemente. Entrano in competizione. E prima o poi finisce male per uno dei due. Probabilmente per il tuo Walter, l’hai detto tu stessa, Integra Farburke Wingates Hellsing, che è umano»
«Dici che funziona anche con specie diverse?» fece lei, con aria pensierosa, mettendosi una mano grossa quanto una zappa sotto il mento «Pensavo che succedesse solo fra maggiordomi umani. In effetti è possibile, visto che Sebastian è antropomorfo, come lo è Walter. Entrambi potrebbero non sopportare molto a lungo la reciproca presenza. Ma è impossibile non infrangere questa regola, perciò penso che dovremmo entrambi tenerli d’occhio. Penso che dovrò farlo soprattutto io, visto che il tuo è un demone-maggiordomo e quindi risente di meno delle regole della natura dei maggiordomi»
Il bambino annuì «Hai ragione» si alzò e oltrepassò le Alpi Sediatiche con titubanza, mentre si andava a
sedere accanto a Integra.
«Sarà difficile mantenere l’ordine in questa casa» sospirò, melodrammatico «Proprio impossibile»
«Io sono un Master. Posso farlo. Anzi sono il Master, mentre tu, a quanto ho capito, sei il Boss della tua fazione. Il Boss della nostra parte è Alucard, quindi ti vorrei chiedere: chi è il vostro Master?»
«Noi … non abbiamo un Master» fece il bimbo, sorpreso
“È normale” commentò la Freccina, presente nonostante i due capi pensassero di essere soli “Il Master è colui che sta su tutti nella scala gerarchica. Integra sta su tutti. Tu sei il Boss della tua fazione, ovvero il leader e la stessa cosa vale per gli Hellsing con Alucard, ma Integra è il leader supremo, ciò che voi non avete. Nelle precedenti cinquantasette volte in cui questa casa (si,usano sempre la stessa) è stata abitata da due famiglie rivali per questo reality solo due volte è successa una cosa simile, con i famosissimi Voldemort (ops, volevo dire Colui-che-non-deve-essere-nominato) e con il Prof. Oak. Sembra un’assurdità, però il professor Oak era un Pokèmon-Master dunque un Master. Don’t worry, non è un’anomalia”.
«Va bene» annuì Ciel, frustrato. Perché non poteva essere lui un Master?
“Perché altrimenti non ci sarebbe un Boss, e un Boss ci vuole” spiegò ancora una volta Freccina, leggendo i pensieri del Contino Phantomhive, che alzò gli occhi stupefatto alla freccia rossa che galleggiava a mezz’aria, ma non commentò.
«Bene abbiamo capito le basi, più o meno, abbiamo scoperto quello che dovevamo capire sul reality»
«Congratulazioni» mormorò Ciel a mezza voce, con la testa china, scosso dall’invidia “IO SONO UN MASTEEEERRR!”si urlò da solo, mentalmente
«Perfetto. È stato un piacere conversare con te» detto questo si alzò con un rumore piuttosto grave della sedia e si allontanò a lunghi passi dal bambino con i capelli grigio-turchini, lasciandolo da solo a guardarla allontanarsi, con accanto una freccina galleggiante
«Il mio è meglio» mormorò, ma Integra era troppo lontana e la sua voce troppo fioca perché la donna lo sentisse.
Con un pop appena udibile, Freccina svanì nel nulla.
Ciel, con lentezza, si alzò e si diresse verso la parte luminosa della casa, roso da un’improvvisa ira mescolata a indignazione e invidia.
Vide Sebastian, gli mollò un ceffone e passò dritto. Sebastian lo guardò fisso, si portò una mano alla guancia rossa e disse, con gli occhi spalancati «Grazie mille, Bocchan»
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