Tutta l’ilarità sparì dal volto del vampiro, che annuì e seguì il maggiordomo nei camerini dietro alla passerella da poco allestita.
Seras e Integra erano già lì, ma Alucard non osò guardare verso il master: non voleva rovinarsi la sorpresa, ma soprattutto non voleva ridere di lei in sua presenza. Velocemente, il vampiro capo si cambiò con quello che il maggiordomo aveva selezionato per lui, mentre quest’ultimo, Walter, era già magicamente pronto.
E Seras venne inviata la prima a sfilare, sempre sulle note di “uomini e donne”. Era vestita in stile casual, ma molto, molto casual: in pratica si era infilata tutto quello che aveva trovato in ordine casuale, somigliando, come al solito, a un gigantesco budino. Aveva un guanto invernale imbottito e uno a mezze dita bianco, una maglietta a maniche corte, un giubbino stinto con la cerniera mezza staccata, un boa di piume bianche e gialle intorno alle spalle, la gonna rosa e sotto la gonna un paio di pantaloncini che a loro volta ricoprivano un paio di pantaloni lunghi da lavoro. Sopra il tutto, non si capiva bene il perché, si era arrotolata un velo di quelli per abiti da sposa, eccezionalmente lungo e, ovviamente, semitrasparente.
Saltellando allegra, la Police Girl percorse tutta la passerella, salutò i suoi sbigottiti spettatori della fazione opposta, poi si voltò e tornò indietro sempre saltellando.
Finnian, che si era di nuovo vestito da giardiniere, si improvvisò ancora commentatore
«Ed ecco Seras dei cattivi nemici Hellsing! Indossa un sacco di roba brutta … si si … è tutta m’brusciuniata, tutta a schifo …».
Quando Seras fu tornata “dietro le quinte”, alzò i pollici trionfante e spalancò la bocca
«Come sono andata, Mastah?».
Alucard non rispose, mordendosi a sangue il labbro inferiore per non ricominciare a ridere come un ossesso: se avesse iniziato a sghignazzare non sarebbe più riuscito a fare nient’altro, impedendo così a se stesso di dare la sua performance. I rivoletti rossi, ormai, gli stavano macchiando il colletto, cosa per cui Walter gli rifilò un sonoro schiaffo poco prima di dirigersi verso la passerella.
Il maggiordomo dell’Hellsing uscì con sicurezza. Che importava se aveva un grembiule con i pulcini rosa? Era tenero e faceva tanto casalingo. E lui, dopotutto, era un maggiordomo.
Sorridendo sicuro di se, avanzò elegante. Aveva un paio di pantaloni color kaki che davano veramente nell’occhio, con strisce verdi alla base. La parte superiore del corpo era ricoperta unicamente da una camicia aperta grigia stinta per la serie “il bravo papà non c’ha soldi per comprarsi vestiti migliori”. Però, perlomeno, si vedevano i pettorali, sodi e scolpiti per essere quelli di un ragazzino.
Finnian ridacchiò
«Ed ecco Walter, che si è vestito da uomo di casa che fa le frittelle».
Walter fece una specie di piroetta sul posto, poi si voltò e tornò indietro. La parte posteriore della sua camicia era decorata con il disegno di una mucca dai contorni neri. Sembrava che l’autore del reality, quando aveva comprato quei vestiti, avesse stabilito di attenersi al tema della fattoria, visto che non era il primo animale del genere a saltare fuori.
Il terzo a uscire fu Alucard, riluttante. Ok, lui era un mostro, ma c’è un limite a tutto! Ricordate i pantaloni che Alucard aveva bruciato con il ferro da stiro? Ecco, ora li stava indossando … per fortuna il buco, grande come due mani, era dietro, perciò, finché il vampiro avanzava, era tutto ok. Essendo un vampiro, non poteva sudare freddo né tantomeno arrossire, perciò ringrazio il cielo di non essere umano e andò avanti. Aveva un incedere particolare, con un’eleganza strana, quella che si potrebbe definire, forse, maestà … si, un passo maestoso, intonato a quello che Walter aveva scelto per lui.
In testa si era messo un grosso cappello rosso con la punta floscia. Alucard credeva che fosse il cappello di Dante Alighieri, nobile e illustre, ma come poteva indovinare che nei pensieri di tutti sarebbe stato etichettato per molto tempo come “il grande puffo?”. Beh, certo, poteva leggere nella mente, ma non era molto sicuro di volerlo fare … per intonarsi con il cappello “nobile”, Walter gli aveva rifilato una casacca pesante con le maniche a sbuffo. Il problema stava nel fatto che era una casacca con le maniche a sbuffo verde acido con strisce rosse che sembravano una segnalazione di pericolo mortale, attenzione avvelenamento. Ma dove diavolo si comprava una casacca del genere?
I pantaloni erano lunghi, neri, dritti dalla vita ai piedi e molto aderenti, forse perché erano della taglia sbagliata. Si vedevano i muscoli delle cosce che si muovevano. Se si aguzzava la vista si potevano quasi distinguere i fasci muscolari uno per uno.
Il tutto era coronato da un paio di calze color mirtillo a strisce bianche che facevano pendant con i guanti.
Alucard si fermò una volta arrivato alla fine della passerella. Non voleva voltarsi, no! Vedeva gli occhi di Meirin fissi su di lui … cavoli, era cieca, ma non fino a quel punto … e poi c’era Sebastian che non aspettava altro che un momento come quello per prendersi la sua malvagia rivincita!
Finnian si alzò sulle punte dei piedi
«Ed ecco Alucard degli Hellsing con il suo stile nobile con la giacca vomitata!».
Alucard avrebbe voluto balzare giù, prendere la testa di Finnian e mangiarla, ma sapeva che così facendo avrebbero perso punti. Non era giusto … non era proprio giusto …
Sebastian parlò
«Che succede, non vuoi più tornare dalla tua squadra?».
Alucard inghiottì e si girò. Il buco sui pantaloni era veramente enorme, mastodontico, e tutti lo videro. Era peggio di quanto avesse pensato, specie perché sotto aveva indossato un paio di boxer bianchi tutti stampati con piccoli soli arancioni con faccine deliziosamente felici.
Sebastian proruppe in una delle sue risate argentine
«Che cosa hai fatto a quei pantaloni, eh?» chiese «Come hai fatto a farti un buco così grosso?».
Alucard borbottò qualcosa e tornò dietro le quinte. Avrebbe voluto picchiare Walter, vendicarsi su chiunque, su uno qualunque, ma non voleva perdersi l’entrata in scena di Integra.
Lei era … era … vestita con …
«Quello è un pigiama?» chiese Alucard, a voce così alta che sembrava stesse gridando.
Walter gli diede un calcio in uno stinco
«Per carità, stai zitto, credo che l’agitazione ci faccia perdere punti».
Integra uscì in pigiama sulla passerella. La sua eleganza naturale, certo, marziale ma pur sempre eleganza, le consentiva di non impegnarsi più di tanto. Se non altro stava del tutto ignorando di avere addosso un pigiama rosso stinto, tipo salsa di pomodoro scotto, con Alucard in versione mini stampato davanti.
Nemmeno il cappello con il pompon, quello che si abbina classicamente ai pigiami, sembrava darle fastidio. Era splendida, o almeno così pensò il vampiro, che stava per iniziare a saltellare sul posto in una maniera che poco si addiceva a lui quanto invece a una certa police girl oppure a una qualunque fan girl su una qualunque sedia leggendo del proprio personaggio vestito in maniera un pò … diciamo inusuale?
Integra si fece la passerella rapidamente. Ah, aveva le ciabattine bianche e ricoperte di peluche morbido con la faccia di Young Walter stampata sopra. Sembrava che gli autori del reality lo avessero fatto apposta e Integra avesse voluto assecondarli …
Finnian alzò un braccio, lanciato in un esterrefatto commento
«Signore e signori, colpo di scena! Il leader degli Hellsing si presenta in un tenero stile buonanotte con teneri personaggi degli anime!».
Integra fulminò con lo sguardo Finnian prima di rientrare nei camerini. Alucard si buttò in ginocchio di fronte a lei
«Ti prego, ti prego, rimani vestita così!» supplicò «Almeno per stanotte, tanto stiamo per andare a dormire!»
«Solo se tu non ti levi quei ridicoli boxer» replicò lady Hellsing, in tono tagliente e divertito
«Mamma come sei cattiva, Master! Ma per te questo ed altro … a proposito Seras … hihi … ah … aha … devi, perfavore … uhuhuhu … levarti quella cosa di dosso»
«D’accordo Mastah!» gridò la Police girl.
Dieci minuti dopo, ancora tutti vestiti come dei cretini, si presentarono nella grande sala comune per sottoporsi al giudizio della misteriosa voce e ritirare i loro premi.
«Eccoci qua... bravi ragazzi della casa del grande macello» Disse la misteriosa voce di ragazza che usciva dagli altoparlanti «Stiamo per assegnare il punteggio per i vincitori della gara! Avevamo stabilito che il vincitore assoluto avrebbe guadagnato ben cinque punti, ma ahimè, è stata una gara molto equilibrata in certi punti, perciò si avranno delle somme di punti per i migliori modelli. Uhm, iniziamo con la prima menzione ad honorem: il modello più buffo. E questo punteggio va a …».
Rullo di tamburi. Alucard incrociò le dita, sperando che avere un buco sui pantaloni fosse servito a qualcosa.
«Ciel Phantomhive! Grazie alla sua rigidissima gonna spacca nasi e all’originale modo in cui l’ha usata, il ragazzo si guadagna ben due punti! Geniale poi la trovata di Sebastian di colorare di rosa gli abiti!».
I Phantomhive gioirono e sul loro lato del tabellone il punteggio fu aggiornato, salendo a 4.
«Seconda menzione ad honorem per il modello più sicuro di se …».
Secondo rullo di tamburi. Sia la prima che la seconda squadra avevano iniziato a dire «Oooohhhhhh!».
La voce tuonò dagli altoparlanti
«Walter Cam Dorneaz! Il più sicuro di se nonostante fosse sommariamente ridicolo, guadagna ben due punti. Questa è stata una scelta difficile, anche Sebastian si è comportato bene …».
Walter abbracciò Seras, poi si girò verso Alucard, ma quando lo vide con le braccia aperte e la faccia da sadico indietreggiò.
«Bene, menzione ad honorem per il modello che si è vestito meglio. Oooh!».
Ormai si incrociavano le dita. Sebastian sperò che il modello meglio vestito fosse fra di loro … certo, se avesse sfilato Finnian probabilmente avrebbe avuto ottime possibilità di vincere, ma quel maledetto codardo si era ritirato!
«Elizabeth Esthel Cornelia Middford!»
«Chiamami Lizzie!» sbuffò lei, arrabbiata
«Per il vestito migliore, dallo stile più originale, e per gli accostamenti inusuali, guadagna ben tre punti!».
I Phantomhive saltarono e si abbracciarono fra di loro, quasi piangendo lacrime di gioia. Avevano proprio bisogno di un pò di punteggio, erano veramente in svantaggio! Si, d’accordo, ci sarebbe stato tempo per recuperare, un anno per la precisione, ma i ragazzi non erano ancora riusciti ad entrare bene nella meccanica del gioco e si comportavano come se ciascuna prova fosse di vitale importanza.
«E infine, menzione ad honorem per il miglior modello in generale, con sapiente miscuglio di ottimo portamento, abbinamento dei vestiti, sicurezza e carattere. Che dire, qui non c’è bisogno neppure del classico “ohhhh”, perché lei è …»
«Il Master, il master, il master!» gridò Alucard, mentre Seras gli faceva eco con la sua vocetta acuta
«Il Mastah, il mastah, il mastah!»
«Si, esatto» la voce della conduttrice era divertita «Il vostro master, Integra che-me-scoccio-a-dire tutti-i-nomi-povero-il-notaio-gli-sarà-venuto-un-crampo Hellsing. Ebbene si aggiudica tre punti, anche se gliene andrebbero quattro, perché per spirito di solidarietà con i Phantomhive mi sembra troppo farli piangere».
Il tabellone fu aggiornato con il punteggio definitivo:
Hellsing – 15
Phantomhive – 7 (poveracci).
Alucard, preso dallo spirito della vittoria, si voltò e abbracciò Integra con vigore, appoggiando una guancia sul suo berretto da notte e chiudendo gli occhi. Aveva fatto un grosso errore? Non aveva fatto un grosso errore? Sta a voi, ragazzi che ci seguite da casa, capirlo, ma sappiate che quella notte, il vampiro, gridò.
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