Ti ho aspettato come aspettano i pendolari d'inverno, in piedi sotto la fermata degli autobus cercando di ripararsi dal freddo pungente avvolgendosi in sciarpe, guanti e cappelli, guardando sempre nella stessa direzione con la speranza che arrivi presto il proprio destriero.
Ti ho atteso come si attendono le sere d'estate, con la carne scoperta sotto i porticati cercando freschezza dal caldo asfissiante, stringendo gelide bottiglie d'acqua che si lasciano scorrere sulla pelle sperando in un illusorio sollievo.
Ti ho bramato come si bramano i thè delle 05.00, quelli solitari delle mezze stagioni, seduta, attaccata alla finestra immobile, contemplando il mondo fuori e la tua ubicazione, indecisa tra correre là fuori o inzuppare un altro biscotto.
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