Il risveglio fu meno brusco dell'altra volta. I miei occhi si aprirono lentamente, accompagnati da un movimento lento e continuo sulla mia testa: qualcuno mi stava accarezzando.
Dopo sentii un profumo dolce ma forte accarezzarmi il naso, riempiendomi le narici e i polmoni di quella fragranza.
Quando aprii gli occhi del tutto, vidi il viso di Oscar poco distante dal mio che sorrideva come sempre.
Mi venne un colpo e sobbalzai.
«Sei proprio carino quando dormi!»
«Sei inquietante...» dissi senza nemmeno pensarci.
Realizzai solo dopo qualche secondo quello che avevo detto e mi morsi il labbro inferiore con forza. Stavo anche per scusarmi, ma Oscar si misi a ridere.
«Scusa, hai ragione! Non è il massimo svegliarsi e vedere un uomo che ti sorrise.» poi sollevò lo sguardo «Vero Thomas?»
Sentii un ringhio sommesso poco sopra di me.
Allora capii cosa era quella sensazione alla testa. Non era un "sensazione".
Ero coricato sul letto di Thomas, con indosso una lunga camicia nera che mi arrivava alle ginocchia e la mia testa era posata sulle sue gambe. La sua mano mi accarezzava i capelli dolcemente, come se fossi il suo animaletto... anzi, per lui lo ero.
Rimasi fermo: non volevo farlo arrabbiare, nonostante mi dasse fastidio tutto quello. Però, allo stesso tempo, quel contatto con lui era, seppur freddo, confortevole. Nonostante mi avesse fatto del male.
«Non hai una bella cera!» osservò Oscar con fare preoccupato.
In effetti, non mi sentivo molto bene, la testa pulsava e il mio stomaco si dibatteva nella mia pancia. Da quanto tempo non mangiavo? Un giorno? Forse anche di più...
Non sapevo nemmeno che ore fossero, se fosse giorno o sera: avevo completamente perso il senso del tempo. La mancanza di finestre non aiutava.
Troppo stanco per poter riflettere o anche solo sollevarmi, abbandonai la testa sulle gambe di Thomas con un sospiro.
Oscar lanciò un'occhiata preoccupata a Thomas.
Quello smise subito di accarezzarmi e, con una delicatezza che non mi aspettavo mi sollevò e mi stese sul letto.
Chiusi di nuovo gli occhi, troppo stanco per tenerli aperti.
Era così irresistibile!
Si era addormentato sul mio petto in pochi secondi.
Il suo profumo mi inebriava: era qualcosa di così dolce e buono da riuscire a confondermi e farmi provare desideri che pensavo di aver assopito nel mio animo da tanto tempo. Il suo battito, poi, lento e regolare, mi trasmetteva la SUA vita.
Sorriso e lo zio Oscar se ne accorse e sorrise a sua volta.
«Se mi avessero detto che tu abbia sorriso non ci avrei mai creduto.» il suo tono era diventato più serio «E invece, eccoti qui, con un ragazzino tra le braccia e un sorriso sulle labbra.»
Sollevai lo sguardo da Rei e lo posai su Oscar. Aveva spento quel suo fastidioso sorriso per far spazio ad un viso inespressivo.
«Dopo quella volta, non hai più sorriso.»
E allora? Quella non era una storia di cui volevo parlare e lui lo sapeva, quindi perché continuava a tirarla fuori.
Riportai la mia attenzione sul corpicino che dormiva tra le mie braccia. Il suo respiro era lento e regolare, le labbra leggermente schiuse e i capelli ancora umidi. Che visione celestiale!
Se solo Oscar non fosse stato lì! E se non avesse interrotto!
Presi in braccio Rei e lo stesi sul letto, ma l'ingiusto accappatoio si spostò mostrando parti del corpo pallido di Rei agli occhi di Oscar, cosa che non sarebbe dovuta succedere. Infatti a quest'ultimo ritornò il sorriso.
Geloso, mi tolsi la camicia e la misi a Rei coprendolo in maniera più dignitosa, anche se la camicia che gli avevo messo era troppo lunga per lui e gli arrivava fino alle ginocchia.
Ma non per questo smetteva di essere incantevole, anzi forse era ancora più bello.
Mentre lo cambiavo Oscar notò la cicatrice sulla sua schiena, ma non disse niente, si schiarì solo la voce, come a voler attirare la mia attenzione e comunicarmi ciò che voleva dire solo con lo sguardo.
Lo ignorai e mi sedetti sul letto, posando la testa del ragazzino sulle mie gambe.
«Allora,» sollevai lo sguardo su Oscar «perché sei qui?»
Oscar sospirò, primo o poi me lo avrebbe dovuto dire.
«Sono qui facendo le veci di Surugul.»
Quel nome causò in me un ribollire di emozioni negative.
Ringhiai e strinsi inconsciamente i capelli di Rei. Mi accorsi di quello che avevo fatto solo a causa di un lamento proveniente da Rei. Rilassai la mano e accarezzai quei capelli morbidi.
«Andrò dritto al punto: Surugul ha organizzato una festa invitando tutti i più grandi esponenti delle famiglie. E ha deciso di invitare anche te.»
Fulminai con lo sguardo Oscar, ma lui non ci fece minimamente e continuò il discorso.
«Si terrà nella sua Magione la settimana prossima e ha esplicitamente espresso che sarebbe molto lieto se tu potessi partecipare. Inoltre ha detto che chiunque avrebbe potuto portare qualcuno con sé, anche un animale.»
A quest'ultima frase Oscar fece un cenno a Rei.
«Sai bene che non parteciperò!» risposi.
«Sì, me lo immaginavo...» rispose Oscar grattandosi il mento «Surugul stesso pensava che non avresti accettato, per questo ha chiesto a me di dirtelo, ma insisto anche io! Pensaci Thomas: hai l'opportunità di rientrare in società andando semplicemente ad una festa, potresti anche ottenere qualche favore! So che a te non piacciono molto questi metodi, ma un'opportunità del genere non ti capiterà mai più!»
Non sarei mai andato a quella festa, non m'importava delle parole di Oscar, io avrei rifiutato ogni tipo di offerta.
«Inoltre, vuole parlare con te di lui, dice che non si fida più e che vorrebbe cambiare la sua opinione di te.»
«Anche se cambiasse la SUA opinione su di me, non cambierebbe quella di tutti gli altri!» tuonai rischiando di svegliare Rei «E non mi importa se si fida più di lui. Ho altre cosa a cui pensare che ad una stupida festa!»
Oscar lanciò un'occhiata a Rei.
Proprio in quell'istante, si svegliò, proprio come un raro fiore che sboccia nel deserto. I suoi occhi si fermarono su Oscar.
«Non hai una bella cera!» affermò Oscar con in viso un'espressione preoccupata.
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