Mi risvegliai, lentamente, accompagnato dal respiro regolare di un'altra persona. Due mani mi cingevano i fianchi con fare possessivo, mentre il suo petto era contro il mio.
Sollevai lo sguardo e lo vidi: Thomas.
Il viso rilassato, le palpebre chiuse e le labbra leggermente schiuse. Il suo odore era travolgente.
Guardai quel viso incantato, così bello da fare invidia ad un angelo, mentre lui apriva gli occhi e curvò le labbra in un sorriso.
Sentii le orecchie andare a fuoco, proprio come le guance e nascosi il viso rosso dall'imbarazzo sul suo petto, nudo.
«Buongiorno» disse dolcemente.
Sobbalzai quando soffiò sulla mia testa, mentre con un mano accarezzava la schiena.
Mi resi conto che anch'io ero nudo, completamente nudo.
Il rossore diventò sempre più violento.
«Che succede, Rei?»
Quando pronunciò il mio nome lo fece con una nota dolce come il miele e io mi sciolsi tra le sue braccia. Sollevai le labbra leggermente schiude e osservai i suoi occhi e il suo sorriso.
Era stupendo...
Quasi non mi accorsi delle sue labbra che si appoggiavano sulle mie, prima con delicatezza e poi con sempre più passione.
Era travolgente, proprio come il suo profumo. Risposi ai suoi baci ormai confuso da quel misto di profumi e sentimenti incomprensibili.
Portò la sua mano sulla mia nuca spingendomi sempre di più contro di lui e lo assecondai facendo aderire i nostri corpi quasi bisognoso di sentire la sua pelle fredda contro la mia.
Ci stacammo solo per riprendere fiato, sentivo le labbra pulsare e bruciare dal desiderio. Le sue erano curvate in uno splendido sorriso.
Mi spinse contro il letto e io caddi con la schiena, risi e protesi le braccia contro di lui, mentre Thomas si metteva su di me.
Sfiorai i lunghi capelli neri e incrociai le braccia dietro il suo collo.
Sentii la sua lingua contro la clavicola e le sue mani vagare desiderose sul mio corpo.
Lo volevo.
Volevo che continuasse a stringermi, a baciarmi ad accarezzarmi.
Ma avevo dannatamente paura.
Paura che ciò che avevo passato potesse ritorcersi contro di me, ancora una volta.
«Rei...» sussurrò contro la mia pelle provocandomi brividi di piacere.
Ansimai.
Scese sempre più in basso, con una scia di baci caldi.
Gemetti quando si avventò contro un capezzolo, prima leccandolo con insistenza e poi mordendolo ma con delicatezza.
«Ah-Thomas...»
Non riuscivo a trattenere quei versi osceni.
«Che bella voce...» disse Thomas fermandosie dandomi un bacio pieno di passione mentre con le mani continuava il suo lavoro sul mio petto.
Mi sentivo bruciare dall'interno, un fuoco forte e potente che non si sarebbe estinto tanto facilmente.
Scese di nuovo con la bocca, ma questa volta si fermò al fianco, dove una cicatrice sembrava strappare la pelle.
Thomas la sfiorò con la punta delle dita per poi leccarla.
Quasi gridai dal piacere.
Ansimai contro il braccio e nascosi il viso contro di esso.
«No,» mi sfiorò il mento con l'altra mano. «Guardami, non nascondere il tuo bellissimo viso.»
Scostai il braccio, lentamente, e incontrai i suoi occhi color dell'oro colmi di lussuria.
Lo guardai mentre prendeva in bocca il mio sesso. Gemetti.
Stavo provando piacere.
Con Thomas era diverso che con mio padre, con lui non c'era piacere, ma solo dolore.
Portò un dito all'ano e lo inserì dopo averlo lubrificato. Sentii una fitta di dolore, ma lentamente i muscoli diventavano meno tesi.
Anche quando Thomas entrò dentro di me era ciò che volevo.
Nonostante mi avesse precedentemente preparato, sentii una fitta di dolore ma non era minimamente paragonabile al piacere che venne dopo, mentre spingeva dentro di me con sempre più forza.
Ansimai ad ogni spinta, colmo di desiderio.
L'aria si riempì di gemiti ed eccitazione.
Mentre Thomas spingeva, non smetteva un attimo di osservarmi, i suoi bellissimi occhi d'oro nei miei color ghiaccio.
Il culmine arrivò presto, con un sospiro liberatorio. Lui si liberò dentro di me mentre io tra i nostri toraci.
Avevo il respiro corto, proprio come Thomas. Il sorriso sulle labbra di entrambi.
Mi baciò un'ultima volta per poi uscire da me. Un rivolo perlaceo solcò la coscia.
«Thomas...» sussurrai abbandonando la testa contro il cuscino.
Non avevamo detto altro che i nostri nomi, ed era bastato.
Thomas sorrise e si adagiò al mio fianco, accarezzandomi la guancia delicatamente.
«Sei bellissimo.»
Come potevo essere bello?
Ripudiato sai genitori, stuprato dal padre, cacciato dai coetanei, anche lui mi definiva animale...
In quel momento capii che forse quello era stato il più grande sbaglio della mia vita.
Mi si strinse il cuore e mi voltai dall'altro lato, dando la schiena a Thomas.
«Ehi, Rei, che succede?»
Ma non risposi a quella domanda, un nodo alla gola me lo impedì.
Era stato meraviglioso.
Rei era meraviglioso: il suo viso trasformato dall'eccitazione, il corpo seducente.
«Sei bellissimo.» dissi guardandolo dritto negli occhi.
Sorrise ma poi si voltò dall'altro lato.
Pensavo fosse imbarazzato, ma come poteva esserlo dopo aver fatto sesso, avevo esplorato ogni parte di lui, anche quella cicatrice che però gli procurava immenso piacere.
Ma lui stava tremando, stringendosi tra le braccia, cercando di farsi più piccolo.
«Ehi, Rei, che succede?» chiesi poggiando una mano sulla sua spalla, ma lui si scansò.
«Rei?» stava rimpiangendo ciò che aveva fatto?
Sentii dei singhiozzi.
Lo afferrai per le spalle e lo sollevai costringendolo a guardarmi negli occhi.
Stava piangendo.
«Tu...» il labbro tremò.
Lo strinsi a me, accarezzando i suoi capelli nero pece.
«Rei, non piangere.»
Mi faceva male vederlo in quel modo.
Ormai quel ragazzino era più di quello che potessi immaginare.
«Cosa sono io per te?»
La domanda a cui potevo dare una sola risposta.
«Tu sei mio.»
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