«Grazie. Se non fosse stato per te, non saremmo mai arrivati in tempo per salvare Malcom» nel silenzio dell'abitacolo del pick up, le parole di Gal fluttuarono per qualche istante senza risposta; Craig sorreggeva il ragazzo che avevano appena liberato dai rami e aveva la mente piena di domande «Mh. Non ho fatto molto.» si schermì, scuotendo il capo «... Posso sapere cos'era, quella roba?» chiese poi, cercando almeno di far chiarezza su quanto appena vissuto; Gal sospirò «Non succedeva da tempo ma... sembra l'opera di una strega. » «Ho visto altri due ragazzi vestiti come Malcom, ma non sembravano in pericolo: ridevano e pareva che stessero giocando a farsi rincorrere da un tizio mascherato...» Gal strinse le mani sul volante e annuì un paio di volte «nelle notti di luna piena Succedono cose del genere» sussurrò «E io che pensavo che quest'isola fosse noiosa... Succede sempre qualcosa. Ma gli abitanti del villaggio non si accorgono di nulla?» «... No, ci sono cose che loro non sanno che esistono e non posson vedere perché non hanno il sangue delle fate che scorre nelle loro vene.» Craig avrebbe voluto saper di più, ma ormai erano arrivati a destinazione e Gal aveva fermato il Pick Up.
Quando rientrarono al cottage, Gal portò Malcom in una delle stanze del piano terra; Maude li seguì, mentre Sweeney andò a chiudersi nella propria camera tenendo la conchiglia stretta al petto. Craig rimase solo con Alex nei pressi della porta di ingresso e per un momento prese in considerazione di chiedere a lui quello che non era riuscito a sapere da Gal, ma il pompiere si mosse verso la cucina senza dedicargli nemmeno un'occhiata. Forse si stava immaginando tutto, ma Craig ebbe di nuovo l'impressione che Alex fosse infastidito o contrariato e decise di andare nella propria stanza senza rivolgergli la parola: se lo avesse fatto, era certo che sarebbe scoppiata un'altra discussione. Non ne aveva le forze. Sapeva che non sarebbe riuscito a chiudere occhio, ma aveva bisogno di stare da solo e soprattutto di non incontrare di nuovo Alex prima dell’indomani.
Al sorgere del sole Maude andò a bussare alla porta di Craig per portargli il caffè e lo trovò ancora sveglio: come previsto, non era riuscito a chiudere occhio e aveva trascorso la notte a scambiare messaggi privi di importanza con i suoi amici in America o a giocare con il telefono, cercando in ogni modo di distrarsi da tutto il resto. Fortunatamente aveva molta resistenza e comunque nei giorni precedenti aveva riposato abbastanza, non sentiva il bisogno di dormire.
Qualcosa nei modi di Maude, una sorta di intensificazione delle attenzioni e gentilezze, gli fece sospettare che la donna fosse a conoscenza della situazione tra lui e Alex e che stesse cercando di consolarlo, ma evitarono entrambi il discorso. Dal canto suo, Craig si sentiva pronto a rivederlo: durante la notte aveva messo ordine nelle proprie emozioni e nei pensieri, ricacciato indietro tutto quel che lo faceva stare male, decidendo di seguire il consiglio dell’altro e smettere di pensare al passato che li riguardava; Alex gli aveva fatto capire chiaramente di voler mantenere le distanze e lui doveva rispettare questa necessità, anche se non riusciva a accettare del tutto l’idea di non poter scoprire a cosa stesse rinunciando.
«Come sta Malcom?» le chiese, cercando di riempire il silenzio «Sta molto meglio. Stamattina Gal lo ha riportato a casa. Ti lascio il caffè qui sul comodino, preparati… Ti aspettiamo in salotto. Per la prima lezione ci saremo anche io, Sweeney e Gal. Spero non ti dispiaccia» Maude gli annunciò prima di lasciarlo solo per permettergli di prepararsi; nonostante fosse convinto di aver fatto chiarezza nei propri pensieri, accolse con un certo sollievo la notizia che non sarebbe stato solo con Alex. Craig era certo che fosse stata la donna a comprendere che sarebbe stato meglio così, considerata la sua spiccata sensibilità; non era abituato né a parlare della propria vita privata né a sentirsi così messo a nudo riguardo le proprie emozioni, ma era grato al destino di avergli messo sul cammino una persona come Maude, in grado di fargli sentire la propria presenza e comprensione senza costringerlo a spiegarsi o esternare quel che provava: in quel momento gli era preziosa come l’acqua nel deserto.
Non aveva assolutamente idea di come si sarebbe svolta la formazione ed era troppo orgoglioso per fare domande, ma era convinto che la preparazione di un combattente necessitasse per forza di esercizio fisico; quindi, decise di indossare i pantaloni della tuta e una maglietta a maniche corte che di solito metteva quando andava ad allenarsi; era anche una bella giornata, c’era il sole e la temperatura sembrava essersi alzata: un giorno perfetto per far un po’ di movimento, ne aveva bisogno. Quando uscì dalla propria stanza e raggiunse gli altri, le sue speranze di passare del tempo all’aria aperta svanirono: li trovò seduti sulle poltrone, intenti a chiacchierare del più e del meno mentre Alex si occupava di sistemare una lavagna portablocco accanto alla porta finestra lasciata aperta per permettere all’aria del mattino di rinfrescare l’ambiente.
«...Fantastico» Craig si lasciò sfuggire fra i denti quel commento carico di sarcasmo: odiava le lezioni teoriche, le trovava noiose e per lo più inutili, soprattutto in un ambito come quello. Alex gli rivolse una breve occhiata «Direi che possiamo iniziare» sentenziò, afferrando un pennarello. Maude e Gal si zittirono, Sweeney si appallottolò sulla poltrona su cui trovava con l’espressione entusiasta. Craig esitò un momento, sul punto di chiedere se stessero facendo sul serio o cosa, ma alla fine si rassegnò nella speranza che si trattasse solo di una breve introduzione prima di passare all’azione e andò a sedersi scompostamente su una delle poltrone, allungando il braccio per afferrare uno dei muffin che si trovavano sul tavolino.
Alex iniziò a disegnare, in modo molto discutibile, un corpo umano e intanto prese a spiegare con tono chiaro e sicuro «Il centro del nostro potere è il cervello. Il cuore fa da amplificatore. Il resto del nostro corpo, soprattutto le mani, sono i nostri...Trasmettitori.» segnò con dei cerchi rossi i punti nominati, andando a numerarli secondo l’ordine che aveva menzionato. I suoi occhi si posarono su Craig, il quale nel frattempo stava riempiendosi la bocca con il muffin; ebbe un guizzo nello sguardo, forse di rimprovero o disapprovazione, ma il texano fece un sorrisetto strafottente e Alex scosse il capo, riprendendo la spiegazione «Significa che quello che riusciamo a fare dipende dalle nostre emozioni, più queste sono forti, più il potere è letale… E per questo è importante imparare il controllo: un sentimento incontrollato comporta un altrettanto incontrollato manifestarsi del potere, il cui effetto sarà impreciso, con un consecutivo inutile dispendio di energia, senza contare i danni che possiamo fare a noi stessi e agli altri.» Sweeney si girò a guardare Craig «Come quando ti sei quasi ammazzato l’altro giorno» si sentì in dovere di chiarirgli; non aveva l’aria da saputello, era impossibile prendersela con lui, ma a Craig quasi andò di traverso il muffin e gli rivolse un’occhiata truce che ricevette in cambio uno dei sorrisi del ragazzino. Maude fece un segno al figlio, portando il dito alle labbra e Gal come al solito aveva l’aria di chi si sentisse di troppo: si mosse a disagio sulla poltrona e guardò Craig come se temesse qualche sua reazione sopra le righe.
«Proprio così, se l’ultima volta Craig non avesse usato in maniera sconsiderata il proprio potere, non si sarebbe fatto male.» Alex sottolineò quel concetto, tornando a scarabocchiare qualcosa sul foglio della lavagna «Ma andiamo avanti...» «...E tu probabilmente non avresti avuto l'occasione di stare qui a fare il maestrino. L'ho fatto per te» Craig non riuscì a trattenersi dal rispondere al pompiere, punto sul vivo: aveva reagito in quel modo, durante la battaglia, perché era preoccupato per Alex, aveva paura che finisse male e voleva salvarlo. Non gli piaceva esser sgridato per questo. Maude sospirò, rassegnata. Ci fu un attimo di silenzio, Alex irrigidì visibilmente le spalle, poi proseguì come se non lo avesse sentito «Una volta che si è ingaggiato un combattimento, si deve tener conto del proprio obiettivo e focalizzarsi unicamente su quello. È importante avere la mente sgombra da tutto il resto perché è questo che ci rende più efficaci. All’inizio può sembrare difficile, ma col tempo diventa una cosa quasi naturale. Il nostro cuore fa da catalizzatore, come dicevo, quindi anche mantenere la calma a livello fisico è una cosa fondamentale. Una volta focalizzati su quello che è il nostro bersaglio, è sufficiente incanalare l’energia del potere lungo il braccio per direzionarlo verso il punto che desideriamo. Se hai mai provato a fare meditazione, dovresti esser avvantaggiato»
«Digli quella cosa del catalizzatore multiplo.» intervenne Sweeney, incitando Alex come se ne fosse un fan accanito «è una figata» aggiunse, guardando di nuovo Craig, il quale non riusciva a provare lo stesso entusiasmo del ragazzino ma sperava che veramente quella cosa fosse tanto interessante. «Sì, è molto semplice. Se non sei da solo e al tuo fianco hai altri come noi, il potere può esser amplificato ulteriormente dalla vicinanza coi tuoi simili, ammesso che abbiano il tuo stesso obiettivo, perché i nostri cuori sono in grado di fungere da amplificatori anche per il potere altrui. Il motivo è semplice: i nostri poteri provengono dalla Natura, la nostra essenza stessa ne è parte. Se riusciamo a entrare in sintonia, a lasciare che questo nostro lato prenda il sopravvento, diventiamo tutti parte dello stesso insieme, come note di una stessa melodia.» Craig si stupì: non aveva ancora sentito parlare Alex tanto a lungo e, gli pesava ammetterlo, aveva anche qualcosa nel modo di esporre i concetti, che gli rendeva molto più facile ascoltarlo e capirlo.
«Tutto chiaro fino a qui? Domande?» il pompiere gli puntò lo sguardo di nuovo addosso e Craig si pulì le dita sulla maglietta, annuendo «Cervello, cuore braccio. Tutto chiaro. Ma… Quindi come facciamo a fare quelle cose che dici? Voglio dire, a parte le stronzate new age della meditazione che mi evito volentieri: nei marines ho imparato a controllarmi in altri modi» Alex sollevò le sopracciglia con fare scettico e Craig finse di non accorgersene, proseguendo a parlare perché sapeva benissimo di non aver dato grandi dimostrazioni di questa sua presunta capacità di controllo «come faccio a sparare il raggio? Devo dire qualcosa, tipo, che so… Lampo di fuoco? Catalizzatore multiplo? Raggio di energia? Abracadabra?» Sweeney e Gal non riuscirono a trattenere una risata, seguiti un attimo dopo da Maude. Alex rimase a fissare Craig senza battere ciglio, forse leggermente incredulo, poi spostò lo sguardo su Maude come a chiederle silenziosamente aiuto. Questa si ricompose, diede due colpettini di tosse e si girò a guardare Craig «Non devi dire nulla, nemmeno pensarlo. Devi semplicemente lasciare che l’energia faccia quello che deve. I nostri poteri reagiscono istintivamente al pericolo, o allo scopo cui sono destinati. Tu devi preoccuparti unicamente di incanalarlo nella giusta direzione, dargli la forma e l’intensità che vuoi.»
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