Read Il Segreto dell'Imperatore - Cronache dell'Universo Astrale :: Capitolo 1 - Ciò che ho lasciato in sospeso...

Nel maestoso Grande Tempio delle Fenici Gemelle, poche ore prima della conclusione epica del duello tra Diablo Erem e Antares, un enigmatico individuo si erge con maestria sul trono del Sommo Sacerdote Supremo, il suo volto avvolto nell'ombra dell'incertezza.

<<Egli, anch'esso, s'avvicina al danzare della morte. Molte pedine ormai sono già cadute, il destino si stringe, e ora manca solo...>>

Dei passi risuonano nell'aria, un'atmosfera carica di tensione trasforma la calma penombra. Le fiamme delle fiaccole danzano nell'aula liturgica, rivelando un'entrata misteriosa.

<<Ecco dunque il tuo oscuro piano!>>

<<Curioso, pensavo fossi già nell'oltretomba.>>

<<Morto, io? Non mi conosci abbastanza bene, fratello mio!>>

<<Non storcere il destino con i tuoi giochi!>>

<<Il Supremo legittimo sono io, non tu! Abbandona quel trono!>>

<<Ti sbagli, fratellino. La mia elezione precede la tua, sebbene poi abbiano scelto te e non me!>>

<<Il tuo cuore è un pozzo di malvagità, come puoi sederti lì indisturbato?>>

<<Ti sbagli, piccolo fratello. Non conosci nulla di me!>>

Ad un tratto si aprono le tende che oscuravano l'aula, fuori è ancora giorno, la persona seduta sul trono ora è chiaramente visibile. Capelli neri corvino, pupille azzurre, il corpo è avvolto da un mantello nero e un cappuccio raccoglie i lunghi capelli, nè barba, nè pizzetto, il volto è di un uomo sulla trentina, ciò che invece da subito impatto è il simbolo sul grande medaglione che penzola dal collo. Il simbolo di un'imperatore che da molti millenni si sono perse le tracce in tutti gli universi.

<<Vedo che non cambi mai Chronos, sebbene siamo fratelli, fin da bambini io non sono mai riuscito a capire cosa passasse per la tua testa>>

<<Non farmi la predica, fratellino, oppure vuoi essere chiamato per nome? Alastor Benisacro NoGheminis>>

La tensione sale alle stelle, sono attimi che precedono quello che sarà conosciuto come l'incidente del Grande Tempio. I due fratelli si affrontano ma sebbene fossero alla pari in tutto Chronos prevale per una frazione di secondi imprigionando Alastor in un feretro di ghiaccio.

Chronos pronuncia una frase: "Freddo gelo del vuoto cosmico, Assideramento Universale."

<<Perdonami, fratellino, non posso permetterti di intervenire, Antares deve compiere il suo destino! Forse così il vero nemico farà un passo falso e così NOI tutti avremo la nostra vendetta!>>

Intanto, su un pianeta sconosciuto del tredicesimo universo, in un castello abbandonato, una figura osserva il duello nel silenzio assordante di un mondo ormai morto.

<<Persino Diablo Erem mi ha deluso. Bene, mi sa che devo sporcarmi le mani.>>

Mentre il freddo abbraccio del ghiaccio stringe Alastor, Chronos sfodera un grido di dolore, echeggiante nell'ampia aula del Grande Tempio.

<<Vedi, fratellino? Il destino è inarrestabile, come il gelo che ti imprigiona.>>

Le fiamme delle fiaccole danzano con intensità crescente, rispecchiando la furia che infiamma gli sguardi dei due fratelli. Dal trono, Chronos guarda Alastor con compassione.

<<Il mio cuore è un enigma per te, fratellino. La malvagità è solo il riflesso della tua ignoranza.>>

Ma nel momento in cui sembra che il destino di Alastor sia quello di essere sigillato, una fitta nebbia nera si materializza nell'aula, avvolgendo tutto. Un sussurro sinistro accompagna l'apparizione di un essere misterioso.

<<C'è chi non accetta il destino scritto dagli Dei.>>

Le tende si agitano come se mosse da una forza invisibile, rivelando un'ombra sfuggente che si fa avanti, spezzando l'incantesimo di Chronos.

<<Chi osa interferire? Chi si nasconde nell'ombra?>> chiede Chronos, la sua voce ora tagliente come la lama di una spada.

L'ombra si materializza in una figura maestosa, avvolta in un mantello nero simile a quello di Alastor, ma con una presenza ancora più oscura e imponente.

<<Sono Nihlathar, l'Errante del Crepuscolo. E non tollero che gli Dei manipolino il destino a loro piacimento.>>

La tensione nell'aria diventa palpabile, mentre Nihlathar e Chronos si fronteggiano con sguardi carichi di antichi rancori.

<<Interessante... la malvagità del destino è solo una questione di prospettiva, Nihlathar e tra noi due quello malvagio non sono io!>> ribatte Chronos, pronto a sferrare il suo prossimo attacco.

Nel frattempo, su quel pianeta dimenticato del tredicesimo universo, la misteriosa figura nel castello abbandonato si rivela: un essere antico, con occhi che brillano di un fuoco oscuro.

<<Anche i giochi degli Dèi non sfuggono al mio sguardo.>> sussurra, mentre le sue mani si avvolgono attorno a un'antica spada ornata di rune misteriose che brillavano di una luce antica.

In quel momento di quiete apparente, il destino di tre mondi si intrecciava in una trama intricata, come fili invisibili tessuti dagli stessi dèi che li governavano. Il suono metallico di spade che si scontrano nel Grande Tempio delle Fenici Gemelle risuonò come un'eco attraverso il tessuto dell'esistenza, annunciando l'inizio di una battaglia epica.

Nihlathar, Chronos e Alastor erano i protagonisti di questa drammatica danza cosmica, ognuno portatore di un destino intricato e unico. Mentre le loro spade si scontravano, scintille di potenza divina illuminavano l'aula liturgica, creando uno spettacolo di luci e ombre che danzavano sulle pareti maestose del tempio.

<<Il destino non è una catena che possiamo spezzare a nostro piacimento.>> dichiarò Nihlathar, fendendo l'aria con la sua spada. <<Ma possiamo influenzare il modo in cui lo affrontiamo.>>

Chronos, con la sua saggezza antica, rispose: <<Il destino può essere un alleato o un nemico, dipende da come lo accogliamo.>>

Intanto, Alastor, liberato dal ghiaccio che lo imprigionava, si unì di nuovo alla lotta. <<Il destino può essere sfidato, siamo tutti come dei fratelli. E oggi, noi siamo i suoi sfidanti.>>

Le spade continuavano a danzare nel tumulto dell'epica collisione, mentre il suono risonante riempiva l'aria. Il Grande Tempio delle Fenici Gemelle tremava sotto il peso di forze cosmiche, come se gli stessi dèi osservassero da un regno superiore.

Nel castello abbandonato, la figura misteriosa sorrise, sentendo il richiamo di una battaglia che attraversava i confini del tempo e dello spazio. <<E così inizia la danza degli astri, la sinfonia degli universi intrecciati.>>

L'emozione nell'aria era palpabile, come un'energia che vibrava attraverso ogni filamento della realtà. La battaglia epica aveva appena inizio, e i destini di tutti erano sospesi in bilico, come stelle che illuminano l'oscurità dell'infinito.

Mentre le spade danzavano nel Grande Tempio delle Fenici Gemelle, creando uno spettacolo di luce e ombre che si rifletteva sulle maestose pareti, nessuno dei tre protagonisti si accorse dell'arrivo silenzioso dell'imperatore emerito, Antares. Colmo di dubbi e incertezze, si trovò di fronte a una scena indescrivibile, un confronto cosmico che trascesse ogni comprensione.

<<Smettete!>> gridò Antares, la sua voce risuonò attraverso l'aula, un richiamo che tagliò l'aria come una lama affilata.

Ma il destino aveva in serbo un'altra sorpresa. Improvvisamente, il misterioso individuo si catapultò proprio davanti a loro. Il male incarnato, un essere privo di emozioni, le cui azioni erano comandate da un odio accumulato attraverso generazioni.

<<Finalmente, il vero nemico è tra noi.>> sussurrò Antares, il suo sguardo penetrante scrutava l'essere oscuro davanti a loro.

L'atmosfera si fece ancor più densa, come se le forze stesse dell'universo trattenessero il respiro. Nihlathar, Chronos e Alastor si trovarono di fronte a un avversario che incarnava il male puro, un'entità senza scrupoli.

<<Siete solo pedine nel mio gioco.>> dichiarò il misterioso individuo con una voce fredda e priva di emozioni. <<Il destino non è altro che il mio strumento per plasmare il mondo a mio piacimento.>>

Le spade si abbassarono, e un silenzio tombale si diffuse nell'aula. Antares, il suo volto esprimeva determinazione, si preparò a fronteggiare l'oscurità che aveva attanagliato il tempio e le vite dei tre eroi.

<<L'odio non sarà il padrone del nostro destino!>> dichiarò Antares, la sua voce risuonò con un tono di sfida che echeggiò attraverso il tempio.

Ma l'essere oscuro non rispose con parole, bensì con un gesto. Un'onda di energia oscura si propagò attraverso l'aria, avvolgendo tutto con una malvagità palpabile. Le spade degli eroi tremarono nelle loro mani, ma la determinazione nei loro occhi rimase incrollabile. Il vero nemico che finalmente aveva fatto la sua entrata spettacolare. Ad un tratto, Chronos, il cui volto si era sciolto in un sorriso che risplendeva come il bagliore di un antico astro, posò lo sguardo su ognuno dei presenti: prima sul fratellino, poi su Antares, e infine su Nihlathar. Con passo deciso, si diresse verso i tre troni posti verso la fine dell'aula, dove la luce delle fiaccole danzanti rivelava l'antica maestosità degli arredi.

Con un gesto imperioso, Chronos sollevò le pesanti tende del santissimo, svelando l'essenza stessa del tempio. Rivolto all'assemblea, proferì parole cariche di saggezza e potere:

<<Noi siamo fratelli fin dal principio. Maestri, mentori, re e regine, imperatori e imperatrici, soldati devoti al bene e alla luce della giustizia. Tutto ciò è stato un percorso che ha condotto a questo momento, a questa epica battaglia finale. Ora, fratelli che avete dormito assopiti nel tempo, è giunto il momento di risvegliarvi! Il vero nemico è finalmente davanti a noi!>>

Le parole di Chronos risuonarono nell'aula come un richiamo alle anime ancestrali che riposavano nelle profondità del tempio. Un'energia antica aleggiava nell'aria, e gli sguardi dei presenti si incontrarono in un istante di comprensione.

Antares, Nihlathar e Alastor assentirono con determinazione. Così si prepararono a fronteggiare l'oscurità incarnata dall'essere malevolo. Le spade si levarono, pronte a tagliare l'aria e a difendere la luce che ancora persisteva nei loro cuori.

Chronos, avanzando verso il centro dell'aula, alzò le braccia in un gesto maestoso, richiamando un'energia primordiale. Le fiamme delle fiaccole si intensificarono, illuminando il volto determinato di ogni eroe.

<<Fratelli, uniti siamo indomabili!>> esclamò Chronos, la sua voce echeggiò come un richiamo a tutte le anime che avevano plasmato il destino del tempio.

Tante voci si udirono venire dietro il santissimo che dicevano:

<<Finalmente, dunque ora possiamo intervenire!>>

<<Siamo pronti a combattere per la luce e la giustizia!>>

<<Abbiamo aspettato e osservato abbastanza, è giunto il momento di agire!>>

Il tempio risuonò con il coro di voci, unificando le anime antiche con gli eroi presenti. L'essere oscuro, sconcertato dalla repentina convergenza di forze contrarie, tentò di resistere, ma l'energia primordiale emanata da Chronos e le spade dei tre eroi erano un muro invalicabile.

La battaglia che ne seguì fu un'esplosione di potenza divina e oscura, una danza frenetica tra bene e male. Le fiamme delle fiaccole danzavano ancora più selvaggiamente, rispecchiando l'ardente conflitto che si svolgeva nell'aula maestosa.

In quel momento, la figura nel castello abbandonato sul pianeta sconosciuto del tredicesimo universo si unì alla lotta. Con un balzo elegante, l'essere antico attraversò i confini dello spazio, giungendo nel tempio nel momento cruciale.

<<Anche gli esseri più antichi e dimenticati possono risvegliarsi per combattere il male>> dichiarò con una voce che portava l'eco di millenni.

<< Voi? Qui?>> dissero Chronos e gli altri.

<< Pensate ancora che io sia un nemico?>> disse con un sorriso colmo di nostalgia.

<< Supremo Diòrtane, pensavamo che foste morto!>> Risposero.

<< Loro non hanno voluto, non è ancora finita, non potrò riposare in pace fino alla sua sconfitta!>> Rispose Diòrtane.

La sua spada antica si unì alle altre, creando una sinfonia di colpi che vibravano attraverso l'aula. L'essere oscuro, ora circondato da avversari potenti e risoluti, lottò con feroce disperazione.

Nel frattempo, Antares, Nihlathar, Alastor e Chronos coordinavano i loro attacchi con una precisione che solo il destino poteva aver orchestrato. Ogni colpo portava con sé la forza di coloro che avevano plasmato il passato del tempio e ora si erano risvegliati per difendere il futuro.

Non c'era tregua per il nemico ormai era circondato ed ognuno dei presenti lo colpiva senza sosta.

La battaglia raggiunse l'apice della sua intensità, con spade che brillavano come stelle e onde di potenza che sconvolgevano l'aria. L'essere oscuro, ormai indebolito, cercò di resistere fino all'ultimo respiro, ma la luce della giustizia e la determinazione degli eroi si rivelarono insuperabili.

Con un'esplosione di energia, l'oscurità fu respinta, dissolvendosi nell'aria come un'ombra scomparve con la luce dell'alba. Il Grande Tempio delle Fenici Gemelle risuonò con il suono trionfante della vittoria, mentre le fiamme delle fiaccole tornavano a danzare con una tranquilla maestosità.

Antares, Nihlathar, Alastor e Chronos si trovarono nel centro dell'aula, respirando affannosamente ma soddisfatti. Le anime antiche, ancora presenti nell'atmosfera, emanavano una gratitudine silenziosa. L'essere oscuro, sconfitto e disperso, non avrebbe più gettato la sua ombra sul destino del tempio.

Con un sorriso, Chronos si rivolse ai suoi fratelli:

<<La danza degli astri è giunta alla sua fine. Il destino è nelle mani di coloro che hanno difeso la luce. Ora, il tempio rinascerà, e la sua storia continuerà con nuovi capitoli scritti da coloro che si sono dimostrati degni di custodirlo.>>

Le fiamme delle fiaccole brillarono con una luce ancora più intensa, come se celebrassero la vittoria e il rinnovamento del tempio. Mentre il silenzio si diffuse nell'aula.

<< Bene allora affido a te Chronos il trono del Supremo. Ora finalmente posso riposare in pace!>>

Ad attenderlo tutta la sua famiglia, il destino che aveva abbracciato il giorno della sua nomina sacerdotale finalmente ebbe il suo lieto fine. Diòrtane si abbandona nelle braccia della sua sposa e poi tutti loro ritornarono nelle loro tombe, questa volta definitivamente. Così si concluse l'epica battaglia nel Grande Tempio delle Fenici Gemelle, un capitolo che avrebbe segnato la storia di tre mondi intrecciati dall'eternità. Ma oltre la vittoria, oltre la luce che risplendeva nel tempio restaurato, si celava ancora un'ombra, un mistero che attendeva di essere svelato nelle pieghe del destino cosmico.

Continua...

_________________________________

Se ti ha emozionato lascia un voto al capitolo, commenta con le tue sensazioni e impressioni, lascia una recensione alla serie e seguici sui social.

_________________________________

Anteprima del Prossimo Capitolo: "Un lungo viaggio"

Nel prossimo capitolo, "Un Lungo Viaggio", assistiamo a momenti emozionanti tra Antares e la sua figlia adottiva, l'imperatrice. Prima di partire per una missione che potrebbe svelare antichi segreti, condividono un addio toccante, sapendo che potrebbe essere l'ultimo. Un'avventura che promette rivelazioni straordinarie.