Nella tranquillità della sera, una figura imponente percorre silenziosamente i corridoi del vasto palazzo. Antares, un nome che risuona nei fasti della storia, si staglia con imponenza, il sovrano emerito la cui presenza ancora pervade le sale dell’impero. Avvicinandosi alle sue stanze, situate in una remota ala del palazzo, si percepisce il peso di una tradizione che affonda le sue radici nei primi regni, un protocollo imperiale che distingue chi ha già regnato.
Con un gesto abituale e rispettoso, Antares chiama il suo maggiordomo. La sua voce, temprata dagli anni e dalle battaglie, porta con sé la richiesta di un’udienza con l’imperatrice, dimostrando che, nonostante il passare del tempo e il cambio dei ruoli, la sua parola e le sue decisioni mantengono un'influenza decisiva negli affari dell’impero.
Mentre si libera lentamente dell’armatura che ha indossato per anni, rivelando un corpo segnato da innumerevoli cicatrici, testimonianze silenziose delle battaglie sostenute e delle sfide affrontate, ogni cicatrice racconta una storia, un capitolo della sua vita che ha contribuito a forgiare l'impero e il suo destino.
I suoi capelli, un tempo ardenti come le fiamme di un fuoco inestinguibile, ora sbiadiscono in una tonalità argentea, segno pallido di un guerriero che ha visto molti albe e tramonti. Eppure, negli occhi di Antares, ancora scintillano bagliori di una vitalità inossidabile, occhi che hanno osservato regni nascere e cadere, che hanno scrutato amici e nemici, che hanno pianto per le perdite e riso nella vittoria.
Indossando le vesti da Gran Consigliere, Antares si dirige verso la sala dei troni. Una volta dentro, si inginocchia, abbassa la testa, e il suo sorriso è il più bello che ci sia. Di fronte a lui c'è la sua figlia adottiva, seduta sul trono che un tempo era suo, con orgoglio alza la testa e osserva sua figlia, sapendo nel profondo del suo cuore che da quel momento non avrebbe più avuto modo di vederla. Sono istanti di silenzi, ma entrambi comprendono che sarà il loro ultimo incontro e non distolgono lo sguardo, imprimendo nella loro mente l'ultimo ricordo reciproco.
Eleonora Emeralda Feirmisis NoGheminis emerge come una figura di straordinaria magnificenza e potere. Figlia adottiva del leggendario Antares e discendente di una linea di sangue che unisce nobiltà e misticismo, Eleonora è l'attuale regnante di tutti gli universi, un titolo che porta con la grazia e la fermezza che le sono proprie.
La sua nascita è avvolta in un manto di stelle e di destini intrecciati: figlia di Artemisio Fiorebello Feirmisis, il fratello minore di Antares, e della principessa elfica Eufonia II Aurastella, Eleonora incarna la fusione perfetta di due mondi. La sua eredità si riflette non solo nel suo sangue ma anche nelle sue straordinarie capacità di guida e nella sua intelligenza acuta.
Eleonora porta con sé la luce del sole nei suoi capelli arancio, vividi e luminosi come l'alba di un nuovo giorno, un richiamo alla vitalità e all'energia che sprigiona in ogni suo gesto e decisione. La sua bellezza non è solo fisica, ma risiede anche nella brillantezza della sua mente e nella sua abilità di navigare gli intrighi politici con astuzia e saggezza.
Conosciuta come imperatrice con il nome di Eleonora NoGheminis, in onore di sua madre, la sua ascesa al potere non è stata solo un atto di successione, ma un'affermazione della sua capacità di unire e guidare innumerevoli mondi. Il suo regno è segnato da una visione innovativa e da un impegno costante verso il progresso e l'armonia, testimoniando la sua abilità unica di tessere insieme le diverse trame dell'universo in un disegno armonioso e prospero.
Poi il silenzio si interrompe...
<< Mia imperatrice, sono qui per informarvi che partirò per un lungo viaggio. Gli eventi di oggi hanno suscitato in me un senso di incertezza, e voglio indagare sul vero segreto nascosto dai nostri predecessori. Sebbene la mia veneranda età mi suggerisca la quiete, desidero indagare su tale mistero. Il nemico sembra essere scomparso, ma nulla assicura che i conflitti siano conclusi. Dunque, chiedo a Vostra Grazia di concedermi l'onore di intraprendere questa missione!>> disse Antares con tono sincero e deciso, quello di chi sa che è suo dovere e di nessun altro.
Eleonora solleva lo sguardo verso Antares, gli occhi risplendenti di rispetto e amore filiale. In quegli istanti, il peso dell'eredità e della responsabilità si fa palpabile, ma la giovane imperatrice sa che Antares è destinato a seguire il suo cammino.
<<Antares, padre mio>>, risponde con voce ferma ma vibrante di emozione. <<So che il vostro spirito è indomito e il desiderio di proteggere il nostro impero è incancellabile. Se questo è il vostro desiderio, non posso che permetterlo. Ma promettetemi, promettetemi che tornerete sano e salvo.>>
Antares sorride con affetto, stringendo la mano sul cuore. <<Lo prometto, Eleonora. Il nostro legame è più forte di qualsiasi avversità. Ritornerò per raccontarti le storie di questo viaggio, di nuove terre e antichi misteri.>>
E così, con uno scambio di sguardi che trascende le parole, padre e figlia si separano, ognuno destinato a camminare lungo il proprio sentiero, entrambi uniti da un amore che supera i confini di spazio e tempo.
Nel frattempo, nel Grande Tempio, la luce soffusa filtra attraverso le vetrate, gettando ombre lunghe e misteriose sulla figura solenne di Chronos NoGheminis, seduto sul trono del Supremo. Al suo fianco, Alastor Benisacro NoGheminis, ex Supremo e ora Primo Ministro, osserva il giovane sovrano con un misto di orgoglio e sollecitudine. Il silenzio del tempio è rotto solo dal loro dialogo, un intreccio di saggezza e riflessione.
L'ex Supremo, con uno sguardo penetrante: «Chronos, hai raggiunto una posizione che pochi possono aspirare a occupare. Ma ricorda, il trono non è solo potere; è responsabilità, è saggezza, è servizio.»
Il nuovo Supremo, con tono rispettoso: «Sì, Alastor. Mi sento onorato e, al tempo stesso, oppresso dal peso di questo ruolo. Come posso essere certo di prendere le decisioni giuste per il nostro popolo?»
L'ex Supremo, impartendo consigli con esperienza: «La certezza è un lusso che raramente possiamo permetterci. Tuttavia, la tua capacità di dubitare, di interrogarti, è una forza, non una debolezza. Ascolta il tuo cuore, ma anche il consiglio di coloro che hanno esperienza.»
Il nuovo Supremo, con un'espressione pensierosa: «Parlate di esperienza, ma come posso essere sicuro che le lezioni del passato si adattino alle sfide del presente?»
L'ex Supremo, con un sorriso sagace: «Il passato è un maestro severo, ma saggio. Non ripetere gli errori compiuti, ma cerca di capire le loro radici. E ricorda, ogni epoca porta con sé sfide e opportunità uniche.»
Il nuovo Supremo, con un tono preoccupato: «E riguardo alle minacce? Come posso proteggere il nostro impero dalle forze oscure che si annidano nell'ombra?»
L'ex Supremo, con fermezza: «La vigilanza è la chiave. Non permettere mai alla paura di governare il tuo cuore, ma non sottovalutare mai i pericoli. Mantieni gli alleati vicini, ma tieni gli occhi aperti anche su di loro.»
Il nuovo Supremo, esprimendo le sue insicurezze: «Alastor, temo che la mia guida possa non essere sufficiente. Come posso essere all'altezza delle aspettative?»
L'ex Supremo, con un tono incoraggiante: «Chronos, la tua umiltà ti onora. Ricorda che nessun sovrano è infallibile. Ascolta il tuo popolo, apprendi ogni giorno e sii disposto ad ammettere i tuoi errori. La grandezza non sta nell'essere senza errori, ma nel saperli correggere.»
Il nuovo Supremo, cercando rassicurazione: «E voi? Come posso aspettarmi di guidare senza il vostro consiglio?»
L'ex Supremo, con un tono materno: «Sono sempre qui per guidarti, ma il giorno verrà in cui dovrai camminare da solo. Quel giorno, saprai di essere diventato ciò che questo impero richiede. Fino ad allora, sarò al tuo fianco, come mentore e amico.»
Il nuovo Supremo, con curiosità: «Sai il motivo delle ultime mie azioni?»
L'ex Supremo, indagando: «Obbedivi al nostro predecessore, vero?»
Il nuovo Supremo, con fervore: «So benissimo che sembrava sbagliato, ma sapevo che lui non era malvagio, anzi lo ero certo. Lui si è fatto carico del passato, del presente e del futuro, diventando per la maggior parte della sua vita un nemico fittizio pur di far uscire fuori il vero nemico. Nessuno di noi sarebbe capace delle stesse gesta del grande Diòrtane NoGheminis!»
L'ex Supremo, con un tono speranzoso: «Spero che Antares riuscirà a scoprire cosa si cela dietro quel segreto.»
Le parole di Alastor risuonano nell'aria, piene di saggezza e speranza. Chronos ascolta, assorbendo ogni parola, sentendo il peso e l'onore del suo ruolo. La luce del tramonto filtra più forte, illuminando i loro volti, simbolo della nuova era che Chronos è chiamato a guidare sotto la saggia tutela di Alastor.
Continua...
________________________________________
Anteprima del Capitolo: "Il mio compito"
Dopo il toccante addio tra Antares ed Eleonora, "Il mio compito" ci immerge ancora più profondamente nel cuore pulsante dell'impero. Seguiamo i passi paralleli di Antares e Chronos, entrambi affrontando sfide che metteranno alla prova la loro saggezza e determinazione. Mentre Antares si prepara per una missione segreta, avvolta nel mistero e nell'intrigo, Chronos d'altro canto incontrerà le due divinità guardiane del Grande Tempio che ascolteranno ben volentierose le domande e i dubbi che egli prova, cercando di bilanciare potere, responsabilità e ritualità. Questo capitolo promette di essere un viaggio emozionante attraverso le sfide interne ed esterne che attendono i nostri eroi, tessendo un ricco arazzo di azione, introspezione e evoluzione dei personaggi.
Comments (0)
See all