Allison's P.O.V
Era usanza che alla fine dell'anno scolastico i ragazzi dell'ultimo anno di liceo, organizzassero una festa. Quando le mie due amiche mi supplicarono di partecipare non potei fare a meno di acconsentire alla loro richiesta.
Mi vennero a prendere verso le nove e poi mi portarono alla festa, che si teneva in un locale libero per la notte.
Odiavo le feste... diciamo che il mio livello di popolarità a scuola, era davvero basso. Nessun ragazzo mi considerava interessante e le ragazze mi prendevano in giro per come mi vestivo da maschiaccia e balbettavo davanti ai maschi. Le uniche due ragazze che amavo in quel liceo erano Amy e Lilly. Non mi avevano mai giudicato per il mio aspetto, o per il mio comportamento energico e solare, che molti giudicavano pazzo.
Mi chiamo Allison, ho diciassette anni, capelli biondo cenere chiaro e occhi azzurri. Vivo in Canada, nell'Alberta, un posto metà modernizzato e metà selvaggio, dove in inverno nevica forte e d'estate il clima è più secco del Sahara.
I miei genitori morirono in un incidente d'auto quando ero piccola e non li ho quasi conosciuti; fui affidata a mio nonno: un uomo dolce, sereno, di poche parole ma spesso anche quelle dolci. Era il mio unico famigliare ancora in vita.
Stavo dicendo? Ah sì...Non ero assolutamente solita ad andare alle feste liceali, ma d'altro canto, c'erano ragazzi carini... che in effetti, nemmeno mi degnavano di uno sguardo.
Una volta entrate, non potei fare a meno di notare che il locale era molto grande e buio, visto che il tema era mettersi della pittura fosforescente sul corpo. C'era un DJ che si occupava della musica e alcune pittrici per dipingere i corpi con una pittura che reagiva alle luci ultraviolette.
Avrei dovuto dipingermi e poi scatenarmi sulla pista da ballo. Se mi sentivo a mio agio? Assolutamente no. Neanche avrei voluto essere in quel posto.
Le mie amiche non ci pensarono due volte e cominciarono a pitturarsi: avevano uno spirito molto più mondano del mio e sicuramente nessuno le avrebbe prese in giro per il loro aspetto fisico. Non avevo mai avuto una grandissima stima per il mio corpo. Amy e Lilly erano bellissime, e non era un giudizio solo mio, ma era l'opinione di tutto il liceo.
"Avanti Ally! Mostra un po' di pelle" Disse Lilly, mentre la pittrice la dipingeva.
Amy mi colse alla sprovvista e mi fece togliere la maglietta, facendomi rimanere in reggiseno. Le mie guance si scaldarono, diventando di un rosso vivido.
"Stai tranquilla, sei bellissima. Non devi avere paura, forse stasera ti farai una bella reputazione!" Esclamò Amy, sorridendo.
Non volevo farmi una bella reputazione! Volevo solo tornarmene a casa per guardare la TV in pace.
La pittrice mi dipinse a macchie e spruzzi, trasformandomi in un dalmata.
"Sei bellissima." Disse Amy, dandomi un bacio sulla guancia.
Per dire la mia opinione sembravo una zoccola. Se prima non mi trovavo a mio agio, adesso volevo sprofondare e se c'era una cosa che mi imbarazzava più di tutto, era rimanere semi-nuda, davanti a molta gente. Mi trascinarono verso la pista da ballo e si scatenarono.
Lilly era una ballerina, sapeva muoversi a ritmo, muovendo i fianchi e parti del corpo su cui non osavo mettere occhio. Molti ragazzi le andavano dietro per i suoi bellissimi riccioli d'oro che incorniciavano il suo viso rotondo e valorizzavano i suoi occhi verde smeraldo.
Amy era solo molto bella: occhi azzurro chiarissimo e capelli di un nero profondo, alta, dal peso giusto e dall'aspetto e carattere angelico. Avevano i soliti stereotipi che piacevano ai ragazzi, il totale contrario di me... diciamo.
Le invidiavo? Abbastanza. Avevano quello che io non avevo mai avuto: una mamma e un papà, una bellezza innaturale e... ed erano accettate da tutti.
Decisi di separarmi dalle mie amiche per avere il mio spazio vitale: mi sentivo a disagio e non sapevo come reagire. Mi voltai verso la pista da ballo a guardare la folla di liceali colorati mentre si scatenavano come se non ci fosse un domani. Perché ero così diversa? Perché non ero nata come gli altri?
Notai alcuni ragazzi che non avevo mai visto prima ballare con delle ragazze che non conoscevo. Erano tutti molto muscolosi e belli, e tutti portavano un tatuaggio strano al braccio destro; il tatuaggio sembrava un triangolo nero, costituito da tre spirali. Chi diamine erano? Di certo non erano del mio liceo.
"Chi sono quelli lì?" Chiesi, avvicinandomi ad Amy e Lilly
"Saranno amici di Sam! Carini vero?" Rispose Amy, fissandoli con occhi luminosi.
Sam era un ragazzo che quasi tutta Calgary conosceva, spesso portava i suoi amici alle feste e talvolta scatenevano pure delle risse, ma quei ragazzi avevano un'aria molto strana e misteriosa, specialmente per via dei loro tatuaggi e del fatto che non si erano mai fatti vedere prima d'ora.
"Allison... quell'uomo ti sta fissando..." Osservò Lilly ad un tratto, "Guarda."
"Come?!" Chiesi preoccupata, iniziando a guardarmi intorno, innervosita.
"È strano..." Ammise Amy, "Gli adulti di solito non ci sono alle feste dei liceali..."
Mi voltai verso l'uomo e la prima cosa che notai furono i due occhi rossi e il suo tatuaggio. Mi guardava cupo, ma con un pizzico di curiosità.
OH MA CERTO! FORSE PERCHÉ' ERO VESTITA IN QUEL MODO!?
Gridai lievemente, aggredita dall'agitazione e dall'ansia.
"Che ti prende?" Chiese Amy, non smettendo di ballare, "Al, ti comporti in modo strano. Stai bene?"
In effetti, mi girava un po' la testa, mi serviva aria e sicuramente non sarei voluta rimanere un altro secondo in quella stanza affollata.
"Hai visto gli occhi dei quello?!" Chiesi allarmata, puntando l'uomo che poco prima mi fissava.
Serviva le bibite ma io non lo avevo notato fino a quel momento.
"È troppo buio." Rispose la bionda, cercando di capire di che colore fossero gli occhi dell'uomo.
"E poi che ci fa uno mai visto prima, in una festa di liceali della North High, a cui sicuramente non appartiene?!" Aggiunsi iniziando a gesticolare senza alcun controllo.
"Dovresti prendere una boccata d'aria fresca." Mormorò Lilly.
Mi portarono sul terrazzo e mi sedetti su una sedia davanti al paesaggio notturno. C'era silenzio e fresco, l'aria era pulita e non c'era quell'odore di sudore e pittura che ti entrava nei polmoni e ti faceva venire il voltastomaco.
Mi alzai e mi poggiai sulla ringhiera del terrazzo: il desiderio di tornare a casa e adagiarmi sulla poltrona mi premeva troppo.
Sentii di non essere più sola. Mi girai di poco e notai un ragazzo a qualche metro di distanza da me, anche lui era appoggiato alla ringhiera e anche lui guardava la città.
Aveva dei capelli corvini e nell'oscurità, non riuscivo a distinguere i suoi occhi. Indossava una camicia a quadretti rossa, con le maniche tirate su fino all'avambraccio, portava dei jeans neri, un po' attillati e notai che aveva il mio stesso paio di Vans nere. Le braccia muscolose, il naso leggermente rialzato sulla punta, gli zigomi ben scolpiti e le dita affusolate: era davvero un bel ragazzo.
"Hai intenzione di fissarmi a lungo?" Chiese lui senza guardarmi in faccia. Aveva un tono profondo, ma allo stesso tempo mieloso, ma l'attrazione si fermò subito non appena notai che tirò fuori un pacchetto di sigarette. Il solo fatto che si fosse messo a fumare, aveva rovinato tutto... se c'è una cosa che mi da sui nervi, è la gente che fuma.
"N-n-no prendevo s-s-solo u-u-una bo-boccata d'aria f-fresca." Balbettai timida. Maledii la mia timidezza quando si trattava di iniziare una conversazione umana con un individuo del sesso opposto.
Anche lui non lo avevo mai visto prima e poi... vidi un tatuaggio sul suo braccio ed era lo stesso degli altri ragazzi! Il ragazzo sconosciuto si voltò verso di me e lo fissai dritto negli occhi; il loro riflesso era di un arancione rossastro.
Sussultai, alla vista di quegli occhi che mi sembravano infuocati.
"I-io devo andare." Balbettai, indietreggiando.
Mi voltai velocemente e raggiunsi le mie amiche. C'era qualcosa nella Coca-Cola prima che mettessi piedi nella discoteca? Mi ero drogata senza saperlo? Dio, se odiavo le feste!
Dopo la festa io e le mie amiche ci rivestimmo e mi accompagnarono a casa. Aspettavo quel momento da quattro lunghissime ore.
"Ragazze vi va di stare con me per un po'?" Chiesi, "Mio nonno non starà a casa stanotte, è andato fuori con degli amici del club della caccia."
Già, mio nonno era appassionato di caccia, ed era un abile cacciatore per giunta. In ogni caso, non mi andava di stare a casa da sola. Mi sentivo troppo strana quella notte...
"Certamente!" Rispose Lilly, al volante della sua macchina.
"Ovvio!" Aggiunse Amy, "Era da tanto che non vedevo casa tua."
Parcheggiammo nel giardino di casa mia dove di fronte vi era un'enorme foresta di pini e abeti. Quella foresta era tra le più vecchie dell'Alberta, e si connetteva con il parco nazionale del Banff, molta gente narrava di aver visto strane creature pericolose vagare tra i cespugli e i tronchi di quei alberi altissimi. Ovviamente non esistevano quelle creature, ma la foresta era piena zeppa di grizzly, coguari e lupi. E credetemi... loro sono molto peggio di una leggenda.
Aprii la porta di casa ed entrammo.
Per prima cosa, facemmo una doccia; avevamo ancora la pittura fosforescente sulla pelle e infine, ci sedemmo davanti alla TV con popcorn, patatine e bevande, pronte a guardare un film Horror.
Per il resto della serata ridemmo e scherzammo, parlando di ragazzi e discutendo dei tipi alla festa. Secondo le ragazze erano solo degli amici di Sam, venuti a fare visita. Ma io avevo notato che per tutta la festa, nessuno di loro si era avvicinato a Sam. Nessuno di loro gli aveva rivolto parola: Forse erano amici di altri ragazzi del liceo, ma allora che ci faceva un adulto alla festa?
Prima che potessi riempirmi la testa di altre domande, venne un'idea folle a Lilly. Tra le tre Lilly ed io eravamo quelle che si cacciavano sempre nei guai. Durante l'anno eravamo finite in detenzione diverse volte.
"Andiamo a fare un salto nella foresta? L'anno scorso ci siamo andate di notte, perché non lo facciamo anche quest'anno?" propose la bionda.
Aggrottai la fronte, incerta che si trattasse di una buona idea.
"Ma sei impazzita? È buio pesto, e ci sono tantissimi predatori che girano di notte!" Ribattei, preoccupata, "Cristo santo Lilly! È morta una bambina due settimane fa dentro quella foresta! Non lo ascolti il telegiornale?"
"Avanti Ally! Non fare la noiosa." Rise Lilly, "Avremo le torce."
"Io ci sto. Ma niente cavolate." Rise Amy in tono divertita.
Questa era ESATTAMENTE una cavolata.
"Una torcia contro un grizzly di due metri?" obiettai, acida.
Iniziarono a fare gli occhi dolci e si inginocchiarono davanti a me... odiavo quando lo facevano.
"Ti prego! L'anno scorso non ci era successo niente! Avevamo raccontato storie horror tutta la notte." Disse Amy, in ginocchio.
"Ero inciampata su un tronco e mi ero pure rotta il polso." Ribattei, seccata.
"Ti promettiamo che stavolta non ti romperai nulla. Promesso." Rispose Lilly, ancora in ginocchio.
Erano insopportabili quando ci si mettevano così insistentemente.
"Va bene, ma se vi fate male sono cazzi vostri!" Risposi, mi alzai e mi diressi nella cantina per prendere delle torce, "Ma vi avverto: i coguari, i lupi e gli orsi, non temono una semplice torcia. Anzi, li fa imbestialire ancora di più quando sono nel bel mezzo di una caccia. In ogni caso, la luce farà comodo nell'oscurità."
Sorrisero e uscimmo per andare a fare la nostra piccola passeggiata notturna per la foresta.
Avevo già un brutto presentimento; e se avessimo incontrato un grizzly o un branco di lupi affamati?
Camminammo nel fitto della foresta, con le torce accese e ridacchiando come delle sciocche. Ad un certo punto, la torcia di Lilly si spense e così anche quella di Amy. Erano scariche ed erano anni che io non le usavo.
"Cavolo... sono scariche." Osservò Lilly, battendo i pugni contro la torcia, sperando che si accendesse di nuovo.
Solo la mia era rimasta accesa e in quel momento, ci accorgemmo che essere venute nella foresta era stata davvero una grande cavolata.
Ci guardammo intorno, cercando di trovare un punto di riferimento per tornare a casa, ma tutto intorno a noi sembrava uguale. Sentimmo degli ululati provenire da poco lontano da noi: non eravamo sole.
"Oh cristo. Come torniamo indietro? Sembra tutto uguale!" Esclamò Amy, guardandosi intorno spaventata.
"Shhh... zitte. I lupi sanno che siamo qua. Abbiamo invaso il loro territorio di caccia." Sussurrai.
Ad un tratto, sentimmo i cespugli muoversi violentemente e tanti passi intorno a noi, seguiti dai dei ringhii minacciosi.
Puntai la torcia contro uno dei lupi, facendolo abbaiare, infastidito dalla luce.
Uno dei lupi intorno a noi, osò avvicinarsi per morderci, ma gli tirai un colpo di torcia in testa. Eravamo circondate da almeno sei lupi adulti.
"CORRETE!" Urlai, iniziando a correre verso una direzione sconosciuta.
Forse era la cosa meno indicata, ma avevo troppa paura per rimanere lì, circondata da dei lupi famelici.
Sentii i passi di Lilly e Amy, cercare di seguirmi, finché non ci badai più e continuai a correre, senza pensare a nulla, tranne che alla sopravvivenza.
Albero dopo albero, cespuglio dopo cespuglio, mi sembrava di allontanarmi sempre di più da casa. Guardai indietro e notai che Lilly ed Amy non c'erano più e in quel preciso istante, inciampai su qualcosa, cadendo a terra.
La torcia rotolò a qualche metro di distanza lontana da me e il mio cellulare saltò giù dalla tasca della mia giacca. Mi alzai lentamente e mi guardai intorno per vedere se Amy o Lilly si trovassero da qualche parte poco distanti da me.
"LILLY!" Urlai, sperando che la sua voce rispondesse alla mia.
Ma di Lilly, non ci fu alcuna risposta.
"Amy?!" Gridai, ancora più spaventata di prima.
Niente. Le avevo lasciate indietro.
Mi voltai diverse volte, ma non vedevo la loro luce delle torce. Iniziai a sentire gli occhi pizzicare dal pianto, finché una lacrima mi rigò il viso. Avevo tanta paura, non doveva finire così...
Un rumore forte alle mie spalle, mi fece girare di scatto. Al mio orizzonte, mi parve di vedere due puntini rossi, fissarmi con ardore. Afferrai velocemente, la torcia per terra e puntai la luce contro quei puntini.
Un ringhio feroce mi fece sobbalzare. Era un lupo.
C'era un odore ostile nell'aria... lo percepivo per qualche strano motivo, come se quei occhi potessero trasmettere odio. Avevo talmente paura che non ero capace di muovermi.
Il lupo era dalle dimensioni enormi, i suoi occhi erano di un rosso sanguigno e brillavano come due fari nel buio. Era come avere un demone davanti a sé.
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